Ancora tre anni di lavoro, di impegno in prima linea, ad affrontare i prolemi, a cercare di dare risposte concrete come un pasto caldo, un tetto sulla testa, un sussidio, un lavoro che sappia ridare dignità e fiducia, ma soprattutto calore umano. Per Mauro Masciotti ancora cinque anni alla guida della Caritas Diocesana di Foligno , un terzo mandato fortemente voluto dallo stesso Vescovo Monsignor Gualtiero Sigismondi. Sarà ancora Mauro Masciotti a guidare la Caritas diocesana di Foligno per i prossimi cinque anni.
Il mondo Caritas di oggi non è solo la mensa che offre pasti caldi, e ad ogni modo, quei pasti caldi vanno in stragrande maggioranza agli italiani, ai folignati, che dopo anni ed anni di crisi non ce la fanno proprio più ad andare avanti. Alla Caritas, nel quartier generale di San Giacomo, a due passi da Porta Firenze, entrano sempre più anziani che non riescono ad arrivare alla fine del mese; accedono giovani genitori che non ce la fanno a tirare su i propri figli per affrontare una vita dura anche unendo forze e sforzi di una coppia. Alla Caritas trovano conforto e sostegno sempre più i papà divorziati, questa è la nuova piaga: uomini, spesso ragazzi, che non si possono permettere di pagare gli alimenti e che spesso finisco a dormire in auto scivolando lentamente verso l’esclusione sociale.
C’è da pensare alla crisi delle famiglie, che a volte sfocia in violenze domestiche, ma anche alla crisi delle piccole aziende o dei negozi, di quelle ditte a conduzioni familiare che se prima garantivano un reddito adesso rischiano di trascinare sul lastrico gli imprenditori. E’ questo che fa la Caritas oggi, è questo quello di cui si occupa Mauro Masciotti, sempre pronto ad ascoltare e con sorriso in tasca.
“Alla nostra mensa, serviamo pranzo e cena grazie ai nostri volontari e anche alle donazioni di alimenti che spesso i privati ci fanno avere. Sono una cinquantina le persone che riusciamo a servire ma il vero fiore all’occhiello, se così possiamo dire – sottolinea Masciotti – è l’Emporio della Solidarietà che offre prodotti come un vero e proprio supermercato ad un centinaio di famiglie, tutte dotate di un’apposita card rilasciata verificando alcuni precisi requisiti.
Dall’amministrazione comunale vengono stanziati 63mila euro riguardanti il cosiddetto Progetto Povertà che si articola in un triennio , proprio per cercare di tamponare al meglio l’allarme sociale del territorio. Lo stesso Vescovo Sigismondi, in occasione della sua omelia per la festa di San Feliciano ha tenuto a ribadire che la Caritas ha un compito pedagogico e non può supplire alle carenze delle pubbliche istituzioni.
Il lavoro prima di tutto, verrebbe da dire, e tra le priorità c’è proprio quella di dare a tutti un’occasione di farcela da soli. In quest’ottica sono state attivate cinquanta borse di lavoro mirate ad aiutare genitori discoccupati.
Insomma, se prima nell’immaginario collettivo alla Caritas andavano solo barboni o disperati in cerca di un piatto di minestra calda e un giaciglio per la notte, adesso bisogna cominciare a pensare che ad avvicinarsi sono persone anche in giacca e cravatta, ex imprenditori, anziani una volta in grado di vivere senza preoccupazioni il resto della propria vita, e coppie giovani che speravano in un futuro migliore. Ai ‘poveri’ si va ad affiancare una parte di ceto medio che scivola, anzi è già scivolata verso la nuova povertà.
La volontà è quella di costruire una rete di collaborazioni tra enti pubblici, aziende sanitarie, associazionismo, volontariato, forze dell’ordine ed altre realtà, di cui la Caritas sia capofila per ottimizzare gli sforzi e moltiplicare le possibilità di aiutare chi ne ha bisogno.