La consigliera di parità della Provincia di Terni, Maria Teresa di Lernia, e la vice, Ivana Bouchè, hanno redatto un comunicato sul valore del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Nel documento rendono noti importanti dati sul fenomeno e lanciano l’allarme sulla mancanza di fondi in Italia dovuta ai tagli effettuati dal 2015.
Il manifesto – “Secondo il rapporto del World Economic Forum, mancano 217 anni perché donne e uomini raggiungano la parità salariale ed abbiano la stessa rappresentanza sul posto di lavoro. Per chiudere il divario globale di genere servirà invece oltre un secolo; per la prima volta dal 2006 questo gap si è allargato e l’uguaglianza ha fatto marcia indietro in tutti i campi in cui viene misurata (salute, istruzione, lavoro e rappresentanza politica.)
L’Italia è arretrata di ben 32 posizioni nel Global Gender Gap 2017, è crollata all’82esima posizione su 144 Paesi, a grande distanza da tutti i big occidentali. Cosa c’entra tutto ciò con la giornata mondiale contro la violenza di genere? Secondo noi, Consigliere di Parità della Provincia di Terni , moltissimo. Questi dati drammatici, indicano il livello di arretratezza culturale e sociale del nostro Paese che si riflette con l’aumento dei femminicidi e delle violenze di cui ancora oggi, 2017, le donne sono oggetto.
Il 25 novembre rischia di entrare nella mera ritualità se non si costruiscono percorsi reali e concreti che consentano alle donne di uscire dalle situazioni di violenza e di preservarle da esiti ancor più drammatici. Le leggi esistono ma se non adeguatamente finanziate rischiano di rimanere su carta, belle intenzioni prive di sostanza ed incapaci di incidere realmente sulla carne viva delle donne. Una recente stima fissa a 1600 gli orfani dei femminicidi, chi si occupa di loro, come vivono, come e chi li aiuta a superare il dramma di cui sono stati vittime innocenti? Esistono localmente percorsi virtuosi ma sono gocce nell’oceano.
Ormai “dell’identikit dell’uomo maltrattante si sa molto, la violenza attraversa tutte le culture e tutte le classi sociali, così come è noto che il 90% della violenza è agita dal partner o ex. Bisognerebbe parlare di educazione emotiva, dell’affettività, di come si costruiscono e si mantengono le relazioni di coppia, un investimento pubblico a cominciare dalle scuole, anche quelle dell’infanzia. Viceversa, i fondi per rispondere a queste necessità mancano.
Il fondo nazionale per le consigliere di parità che consentiva una certa disponibilità economica per azioni positive, non esiste più dal 2015 ed è chiaro che se si tagliano i finanziamenti è impossibile pensare a qualsiasi progetto che vada nella direzione sopra delineata. Ci auguriamo che arrivi il giorno in cui non ci sarà più bisogno di un 25 novembre, senza dover aspettare un secolo perché ciò accada”.