Aggiornamento alle 18 del 7 luglio – Si terrà mercoledì 12 luglio, dalle ore 10 alle ore 12, il sit in di protesta promosso da Cgil e Spi per dire no allo spostamento dello sportello del cittadino. Il presidio si terrà davanti al palazzo comunale. A renderlo noto è il sindacato, che ha diramato il volantino che pubblicizza l’iniziativa preannunciata nella giornata di ieri.
“Con il trasferimento dello Sportello del cittadino nel centro storico di Spoleto si creerà un disagio enorme“. Ne è convinto il neo segretario dello Spi Cgil spoletino, Ladislao Cerasini, che affiancato dal segretario cittadino Massimo Venturini e dai vertici del sindacato ha convocato la stampa per annunciare iniziative di protesta contro la decisione dell’amministrazione comunale.
Decisione che in realtà dovrebbe diventare operativa entro fine mese, visto anche che il contratto d’affitto per l’attuale sede, di proprietà della Comunità montana (ora in liquidazione), in via dei Filosofi, scade il 15 luglio e non sarà rinnovato. La sede designata per ospitare gli uffici comunali probabilmente più frequentati è palazzo Leonetti Luparini, davanti al Municipio, che ospita anche alcuni alloggi affittati dall’Ater a canone sociale a giovani spoletini.
“Un posto più scomodo di quello per anziani e disabili non esiste, ci sono salite e discese, d’inverno con il ghiaccio si rischia di scivolare” spiega Cerasini. “Nell’attuale sede in 10 minuti si riesce ad andare e fare tutto, lassù diventerà più difficile, ci vorrà più tempo”. Per ovviare ai disagi la Giunta comunale ha annunciato che non farà pagare agli utenti il ticket del parcheggio e metterà a disposizione un bus a chiamata per gli anziani. Comunque un risparmio, secondo i conti fatti dall’amministrazione comunale, che con l’operazione ha spiegato che risparmierà 70mila euro, che verranno reinvestiti nel sociale. “Durante l’ultimo incontro con il sindaco Fabrizio Cardarelli – aggiunge il segretario dello Spi – ci era stato promesso che ci avrebbero dettagliato sia i risparmi che come saranno reinvestiti, con precisione, ed invece questo non è avvenuto. Anzi il sindaco ci ha detto che il risparmio sarà di 100mila euro. Di questo passo la prossima volta sarà ancora più alto”.
A favore dell’attuale sede, la Cgil spiega che il servizio funziona e che a pochi metri di distanza ci sono gli uffici di vari enti, come la Vus, oltre ovviamente al parcheggio. Ed i risparmi, secondo il sindacato, non saranno reali, perché se è vero che attualmente vengono garantite circa 35mila prestazioni annue (il che vuol dire che meno di uno spoletino in media si reca una volta l’anno allo sportello del cittadino), il costo del bus a chiamata e della compensazione del ticket del parcheggio comunque sarà uguale se non superiore al risparmio dell’affitto. Anche perché “con le pratiche relative al terremoto gli accessi aumenteranno sicuramente“.
Proprio per contestare la decisione (che sembra irrevocabile), la Cgil sta organizzando una manifestazione di protesta in centro storico prima del 15 luglio, forte anche di rappresentare 3mila iscritti. Sit in che però al momento non vede il favore delle altre sigle sindacali, che hanno preso tempo.
Nel mirino dello Spi c’è anche la presenza di barriere architettoniche a palazzo Leonetti Luparini e la sala d’attesa troppo piccola, con appena 10 sedie, con il rischio che il corridoio del palazzo diventerà la vera sala d’attesa, in un edificio dove comunque ci sono anche delle abitazioni.
“La Giunta motiva il trasferimento dello sportello del cittadino – spiega Massimo Venturini – con l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico. Ma in centro sono già tornati gli uffici della Bonifica e l’Inps, e non ci sembra che abbiano creato chissà quali condizioni positive di rivitalizzazione. Anzi sono convinto che i cittadini si arrabbieranno e cercheranno di andarsene il prima possibile dal centro piuttosto che andare al bar o nei negozi”. Nel mirino anche la mancata concertazione con i dipendenti (circa una quindicina i lavoratori del Comune di Spoleto che dovrebbero essere interessati dal trasferimento) e con i rappresentanti interni dei lavoratori. “A noi risulta – aggiungono i sindacalisti – che il liquidatore della Comunità montana ha proposto una riduzione del 30% del canone di affitto, ma il Comune non l’ha presa in considerazione”.