Una bianca coltre ha coperto le zone più alte della Valnerina, i Piani di Castelluccio ed il monte Vettore. La neve è infatti tornata in Umbria dopo le precipitazioni delle ultime ore, appena pochi giorni dopo la semina della gran parte dei terreni intorno a Castelluccio di Norcia. Un fenomeno positivo, spiegano gli agricoltori, per la lenticchia.
Proprio però la neve ha provocato delle variazioni all’incontro previsto per oggi alla presenza del commissario straordinario Vasco Errani e dei rappresentanti della Regione Umbria per iniziare a parlare della ricostruzione dei due centri nursini più colpiti: Castelluccio e San Pellegrino. L’incontro previsto in montagna, quindi, è stato spostato nel capoluogo. Il primo appuntamento è infatti previsto intorno alle 14,30 nella tensostruttura del campo sportivo di Norcia, mentre il secondo si terrà a San Pellegrino un paio di ore dopo. Sarà l’occasione anche per chiarire vari aspetti sul futuro delle due frazioni. Più volte, infatti, la presidente della Regione Catiuscia Marini ha parlato della possibilità di una delocalizzazione di alcuni paesi. Molto dipenderà anche dalle analisi dei terreni e del sottosuolo. Ma agli abitanti ed ai proprietari delle seconde case di Castelluccio e San Pellegrino interessa anche conoscere le modalità con cui si potrà ricostruire ed i materiali che si potranno utilizzare. Aspetti che dovrebbero quindi essere toccati questo pomeriggio.
>> Articolo correlato: ricostruzione pesante, l’ordinanza di Errani
Nel frattempo a Perugia, i gruppi consiliari di Centrodestra e Liste civiche all’Assemblea legislativa dell’Umbria (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Ricci presidente) hanno convocato una conferenza stampa per venerdì 21 aprile 2017 (Perugia, Sala Partecipazione di Palazzo Cesaroni, ore 11.30) sul tema “Otto mesi dal terremoto e danni indiretti al turismo”.
L’incontro con i media regionali è stato convocato per “sollecitare una azione più incisiva, verso il Governo, da parte delle Giunte regionali e delle Assemblee legislative di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, in quanto delle 3.000 casette necessarie ne sono state installate meno del 5 per cento; dei 23miliardi di euro per la ricostruzione (più il 15 per cento per i danni indiretti e le azioni di sviluppo socio economico) sono ancora pochi quelli per cassa disponibili. Inoltre emerge un quadro normativo che non sta andando, come rilevato da molti sindaci, nella direzione della semplificazione ed eliminazione di ogni forma di burocrazia che può fare, come citato da alcuni comitati, più danni del terremoto”.