La prima prova della nuovo circuito DiaKka Cup Just Italiano Downhill Race, valevole per la Top Class, si è svolta domenica 26 marzo in località Nusenna (Gaiole in Chianti), su una delle più selettive piste per la pratica del downhill.
Nusenna riapre quindi le porte dopo una pausa di due anni, presentandosi con non molte novità ma non deludendo affatto le attese degli oltre 150 biker provenienti da tutta Italia, agguerritissimi dopo la pausa invernale per questa prima prova del novello circuito che, nel Centro Italia, si affianca al blasonato Gravity Race Cup e Gravity Challenge. Nusenna rimane sempre una pista “stratosferica” come sinteticamente riassunto dal Emiliano “Pisolo” Crasti, il decano del 2010 Gravityteam
In terra Toscana non si scherza e i downhiller lo sanno bene; le prove sono sempre molto impegnative e i risultati mai scontati.; le traiettorie non si improvvisano anche se a prima vista sembra che genio e sregolatezza la facciano da padrone ma solo un’attenta preparazione nella giornata di prove libere può realmente fare la differenza. Le cose però peggiorano se nella notte prima della gara, Giove Pluvio decide di partecipare a modo suo e così domenica mattina, la gara ha risentito di questa nuova variabile che ha costretto i piloti a rivedere gli assetti delle bici, sempre con la mente soffermata sul famoso “muro” che già ostico quando asciutto, da bagnato rappresenta un bel problema.
Presente anche il 2010 GravityTeam nella rinnovata formazione nata dalla partnership con BuddhaBike che ha fornito l’assistenza meccanica; abbandonato il giallo flou per la nuova nera livrea, i biker del “ventidieci” hanno conquistato un gradino del podio con il 3′ posto di categoria M4 ottenuto da Emiliano “Pisolo” Crasti e un importante piazzamento con Manuel Piacenti, giunto ottavo nella categoria allievi. Buone anche le prestazioni di Luca “Ribba” Martinelli, Kristian Settimi, Mattia Piacenti e Alessandro “Sandrino” Sestito.
Si è aggiudicato l’assoluta Simone Medici del team Alessibici che precede il compagno di squadra Davide Palazzari e Riccardo Rabusso