Dopo gli scioperi del personale (articoli precedenti) e gli attacchi delle sigle sindacali, ora il management della Oma Tonti Spa passa al contrattacco e risponde con numeri e progetti per rassicurare sull’attuale gestione dell’aziende e sulle prospettive di sviluppo. In una vera e propria lettera aperta alle maestranze, il consiglio di amministrazione replica punto su punto, nelle persone di Umberto Tonti, Amedeo Tonti e Franca Vantaggi Tonti.
“Ciò che sta accadendo – si legge nel documento – sta creando destabilizzazione interna ed allarme in tutti gli stakeholders, perché si è evidenziato un contesto che non rappresenta la realtà di un’azienda in continuo sviluppo, nella quale è fondamentale un continuo ma leale confronto, che non metta a repentaglio il presente ed il futuro”.
Una premessa chiara quanto incisiva prima di esporre i nuovi piani per la crescita dell’azienda. “Insieme si vince – rilancia il cda – ma ognuno deve assumere la responsabilità di interpretare il ruolo cui è richiamato, che è fatto di diritti ma anche di doveri. Sono state acquisite in questi ultimi tempi importanti nuove commesse che ci proiettano oltre il 2035 – rilanciano – sono in corso trattative commerciali con nuovi clienti; sono stati approvati e finanziati progetti di ricerca e sviluppo su prodotti innovativi che ampliano il campo delle nostre capabilities; sono stati approvati e finanziati piani di investimenti in tecnologia con riferimento a industria 4.0″.
Altro che rischi di crisi insomma, lo sviluppo è garantito per oltre venti anni. Ed ancora, sugli investimenti: “Dal 2010 sono stati effettuati investimenti pari a 40,7 milioni di euro; nel corrente anno sono previsti investimenti per 10,7 milioni per lo più afferenti a industria 4.0; nei prossimi quattro anni investimenti per venti milioni di euro. Sicuramente – sottolineano – tutto ciò avrà ricadute occupazionali. Non è improvvisazione ma programmazione”.
Il cda della Oma Tonti fa inoltre presente alle maestranze che “presso il richiamato tavolo, sede di confronto sindacale di Perugia, le Rsu e le organizzazioni sindacali si sono manifestamente dichiarate a favore di uno degli azionisti di Oma e ciò è stato palesemente evidenziato dalla presenza di quest’ultimo nell’assemblea del 3 marzo e durante lo sciopero con picchetti del 7 marzo, nonché dalle dichiarazioni giornalistiche e televisive effettuate da sindacati e Rsu”.
“Tutto ciò – viene detto – ha messo in palese difficoltà la famiglia Tonti che è stata messa in piazza e non, piuttosto, difesa come significativo baluardo storico e non solo. Per quanto sopra l’attuale governance non ritiene che nel richiamato tavolo di Perugia si faccia l’interesse esclusivo dei lavoratori per cui è delegittimato nella sua funzione. Non appena sarà fatta chiarezza definitiva in proposito l’azienda, come ha sempre fatto in passato, è pronta a fare la sua parte”.