Era andato a casa di lei in piena notte e, dopo aver atteso il suo rientro, era entrato in azione e l’aveva colpita al collo e alla testa con una spranga. Non contento, aveva anche tentato di strangolarla. Poi, quando lei aveva perso i sensi, lui se n’era andato via, gettando quel tubo di ferro usato per colpire la sua ex. Il fatto, per cui ieri mattina un 60enne dell’Altotevere è stato condannato a 8 anni di reclusione, è avvenuto nel novembre 2013 a Pistrino.
Lesioni gravi – La donna riportò lesioni molto serie che le provocarono 40 giorni di malattia e un disturbo molto importante da stress post traumatico. Visto che l’uomo aveva il volto coperto e non aveva mai aperto bocca durante l’aggressione, lei non lo aveva indicato come il responsabile dell’accaduto. Furono poi le indagini a puntare su di lui che, in un primo momento, negò tutto ma poi, confessò in parte, senza però ammettere di essersi portato da casa il tubo di ferro e di aver avuto l’intenzione di ucciderla.
In aula – Ieri mattina però i giudici della corte hanno sposato la versione del pm Giuseppe Petrazzini che ha sostenuto come l’uomo “si fermò solo perché la credeva morta“. La difesa dell’imputato ha chiesto l’assoluzione per il tentato omicidio e la revoca delle misure che l’uomo ancora ha: l’obbligo di non uscire di casa di notte e il divieto di dimora nei luoghi frequentati dalla donna.