La mole di documenti sequestrata in vari uffici comunali, di cooperative e abitazioni private lo scorso 17 novembre, nell’ambito “dell’operazione Spada” di Finanza e Polizia, è ora al vaglio degli inquirenti, e, da quanto trapela dalle stanze della Questura di Via Antiochia, sembra che gli investigatori abbiano avuto i primi riscontri sulle ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Terni.
Il procuratore capo, Alberto Liguori e il pm Raffaele Iannella, hanno emesso 16 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone per associazione a delinquere, turbativa d’asta e falso ideologico per alti dirigenti del Comune e del mondo legato alle coop, che avrebbero pilotato in concorso l’assegnazione di alcuni bandi pubblici; coinvolti, tra gli altri, l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari e quello al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi che potrebbero subire ripercussioni politiche rispetto al loro mandato.
Risse sfiorate – Nel pomeriggio di oggi, durante il consiglio comunale, prima che il sindaco potesse riferire sulle indagini della Procura, le opposizioni, tramite il portavoce Paolo Crescimbeni hanno presentato un atto a firma congiunta per chiedere l’iscrizione all’ordine del giorno del documento, con il quale si chiedeva la rimozione dagli incarichi di assessori per Vittorio Piacenti D’Ubaldi e Stefano Bucari, rispettivamente assessori al Bilancio e ai Lavori Pubblici, coinvolti nelle indagini della Procura e ritenuti incompatibili con l’espletamento della loro funzione politica. L’atto, dopo votazione, è stato respinto, e a questo punto le opposizioni hanno lasciato l’aula consiliare esponendo cartelli con scritto “PDimissioni”.
Da qui la bagarre, prima tra i consiglieri Orsini e Cecconi , poi il consigliere del Pd, Sandro Piccinini ha lasciato la sua postazione per scagliarsi contro un cittadino presente come auditore che ha gridato allo stesso consigliere “ladro”. Si è reso necessario l’intervento di più persone per evitare che i due venissero alle mani e, fortunatamente, il contatto fisico tra i due è stato evitato.
Riportata la situazione alla normalità, anche grazie all’ausilio degli agenti di Polizia Municipale presenti in aula, il sindaco ha iniziato a riferire in merito alle indagini, sostenendo che “Siamo ancora in una fase di indagini preliminari che garantiscono le persone indagate, che ora hanno tutto il diritto di difendersi. Fin dal primo momento – ha spiegato il sindaco – siamo stati a piena disposizione della magistratura. Quello che è accaduto è comunque un fatto che ha toccato fortemente la città suscitando preoccupazione e sconcerto”.
Il sindaco ha aggiunto di ritenere doverosa l’indagine della magistratura perché “quando si ha notizia di reati, specie se si tratta di reati che potrebbero essere stati commessi e che per di più riguardano la cosa pubblica, i cittadini hanno pieno diritto di sapere come stanno le cose”.
“Ben vengano le indagini e gli approfondimenti – prosegue Di Girolamo – perché sono sicuro che faranno emergere la nostra correttezza e quella di tutti i collaboratori. Chiedo solo – ha aggiunto – che tutto proceda celermente. Da parte mia, in questa fase così complessa per l’amministrazione farò in modo che l’attività amministrativa prosegua con la necessaria efficacia”.
Il sindaco Di Girolamo ha dunque affrontato una per una le sette questioni al centro delle indagini che hanno portato la scorsa settimana all’operazione condotta dalle forze dell’ordine negli uffici comunali. In particolare il sindaco ha rivendicato la correttezza degli atti e dei procedimenti riguardanti l’appalto dei servizi alla Cascata delle Marmore, l’affidamento della gestione del verde pubblico, dei servizi cimiteriali e delle manutenzioni; il passaggio della gestione del call center per le segnalazioni dei cittadini da Usi a Terni Reti, la gestione delle mense scolastiche, l’adeguamento del sistema antincendio del Caos, la gestione del sistema della pubblica illuminazione.
Da sottolineare l’assenza di tutti gli assessori della Giunta, non solo quella comprensibile degli indagati, segnale che da un punto di vista politico potrebbe voler dire qualcosa.
Nel frattempo, in sala minoranza, le opposizioni hanno convocato una conferenza stampa per spiegare le ragioni dell’abbandono della sala consiliare dove, nel frattempo, il consiglio comunale ha continuato il suo corso.
Nell’aula di minoranza hanno preso la parola Paolo Crescimbeni, Stefano Fatale (FI), Thomas De Luca (M5S), Franco Todini (Il Cammello), Enrico Melasecche (I love Terni) e Marco Cecconi (Fdi-An).
“Ci saremmo aspettati che il Pd avesse almeno temporaneamente trasferito i due assessori ad altro incarico, visto che D’Ubaldi e Bucari non hanno avuto il coraggio di fare un passo indietro – ha esordito Paolo Crescimbeni – Non si capisce per quale motivo vogliono rimanere inchiodati alle loro sedie, se per bramosia di potere o malinteso senso del dovere. Questa maggioranza – conclude Crescimbeni – ha la presunzione di ritenere il Pd l’unico partito in grado di governare la città, ma voglio ricordare l’esperienza Ciaurro degli anni ’90 e dire al Pd di stare sereno che noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità”.
L’affondo politico più duro è di Enrico Melasecche: “Non è nostro compito dare un giudizio penale a quello che sta accadendo – afferma Melasecche – ma è sotto gli occhi di tutti che a Terni, dalla culla alla tomba, i servizi sono gestiti da una lobby delle cooperative, attraverso una patologia bulimica degli appalti. Questo sistema – tuona ancora il consigliere – finanzia il sindaco, se lo faccia in modo illegale o no lo dirà a breve la giustizia”.
“Dov’è Catiuscia Marini? – sottolinea Stefano Fatale (FI) – si è precipitata a Terni quando era ora di ricomporre i cocci del Pd, perché non interviene su quello che sta accadendo a Terni?”.
“Vergognoso che sia stato respinto io nostro atto e che il Pd sfrutti la solidarietà, presentando atti su case popolari e donazioni di sangue, per metterci a tacere – così Thomas De Luca (M5S) commenta la scelta di abbandonare l’aula consiliare – Non hanno accettato il contraddittorio, questa non è democrazia, ma il regime ha i giorni contati”.
Marco Cecconi (FdI-An) riporta l’attenzione sulla questione delle indagini: “Invece di ricercare il ‘colpevole’ che ha parlato, perché non ci chiediamo quale sia la quantità delle intercettazioni che gli inquirenti hanno raccolto in circa 10 mesi e quale sia il contenuto. Non è accettabile che siano gli stessi che hanno causato i buchi di bilancio continuino a scambiare gli affari con la politica”.
Ecco il documento presentato dalle opposizioni:
premesso che
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le opposizioni avevano ravvisato il fallimento di questa Amministrazione già nell’emergere di uno stato quantomeno di predissesto del bilancio dell’Ente;
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in tale circostanza, la gravità della situazione dei conti comunali risultava già, con tutta evidenza, essere lo specchio di altrettanto gravi responsabilità politiche, tali da escludere che la fase di ripianamento dei debiti potesse essere gestita dagli stessi che ne avevano determinato l’insorgere e l’accumularsi;
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a fronte di tutto ciò, erano state chieste le dimissioni del sindaco come unico vero atto di responsabilità adeguato;
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tale richiesta è stata del tutto ignorata, con l’automatica conseguenza di affidare i rimedi e le soluzioni ai responsabili del problema;
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nell’ambito di un’inchiesta avviata da circa un anno, nei giorni scorsi la magistratura ha notificato numerosi avvisi di garanzia a 16 persone, per vicende che riguardano – tutte – la gestione di servizi comunali, formulando ipotesi di reato gravissime quali l’associazione per delinquere, la turbata libertà degli incanti e il falso ideologico;
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in particolare, 2 tra le persone raggiunte dai suddetti avvisi di garanzia risultano assessori nonchè altri sono dirigenti dell’Ente;
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la vicenda in generale e, in particolare, il possibile coinvolgimento personale e diretto di due assessori-chiave negli assetti di giunta nonché di dirigenti che occupano posizioni altrettanto strategiche, delegittima ulteriormente questa Amministrazione, ingenerando tra l’altro nella pubblica opinione un forte disorientamento e sfiducia;
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pur nella piena condivisione dei principi garantisti del nostro ordinamento e dei diritti degli indagati, si ritiene che lo sviluppo dell’inchiesta e gli oneri che ne conseguono non siano compatibili con il normale espletamento delle funzioni assessorili e degli uffici interessati, nè con il rispetto dovuto alla terzietà delle istituzioni
CHIEDE
che vengano cautelativamente e tempestivamente rimossi dall’incarico gli assessori D’Ubaldi e Bucari e sollevati dalle attuali mansioni i dirigenti a loro volta indagati.
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