Nessun segno di lesioni, fratture o altri elementi che possano far ipotizzare atti di violenza contro Domenico Pelagatti. Il 48enne di Bastia Umbra sarebbe dunque morto per un incidente. Drammatico e insolito ma pur sempre un incidente. L’autopsia eseguita questa mattina dal prof. Gualtiero Gualtieri su mandato del magistrato Valentina Manuali metterebbe un punto certo in questa vicenda che da giovedì notte ha lasciato una comunità intera con il dubbio che l’imprenditore molto conosciuto anche nell’ambiente delle associazioni potesse essere stato ucciso.
Certo, l’esame autoptico non è l’unico elemento in queste indagini, che da giorni scavano nel passato più o meno recente della vittima e nei tabulati telefonici, ma è sicuramente un tassello determinante.
Morte accidentale per asfissia. Dunque Pelagatti potrebbe essere morto per asfissia (la definitiva certezza arriverà solo con l’esito degli esami istologici), potrebbe aver perso il cellulare nel tombino ed essersi infilato in quell’imbocco quadrato da 40 centimetri di lato per recuperarlo. Uno spazio strettissimo e angusto con un fondo di acqua e melma dal quale il 48enne potrebbe non essere riuscito a liberarsi, rimanendo vittima della mancanza di ossigeno e della difficoltà respiratoria provocata da uno spazio così limitato senza possibilità di movimento.
Al momento non ci sarebbero ragioni dunque, dopo quanto evidenziato dall’ispezione sul corpo, per ipotizzare un delitto. A meno che le indagini dei carabinieri del maggiore Marco Vetrulli (che dirige la compagnia di Assisi) non dicano altro nelle prossime ore. E forse ulteriori elementi potrebbero venire dalla famiglia che si è affidata al legale Giuseppe Berellini. Proprio l’avvocato nelle scorse ore ha eseguito un sopralluogo sul posto insieme ad un esperto investigatore ed ha incaricato il medico legale Sergio Scalise Pantuso come perito di parte durante l’esame autoptico.