“Questa notte marceremo da Perugia ad Assisi sfidando il buio e il sonno. A mezzanotte, ciascuno accenderà una torcia e ci metteremo in cammino. La meta è certa e la strada è già stata tracciata nel 1961 da Aldo Capitini, ma l’oscurità della notte rende tutto più incerto. E’ la prima volta che un gruppo di persone decide di fare la PerugiAssisi di notte. Lo facciamo perché sentiamo il dovere di reagire al buio che sta ricoprendo la coscienza e l’umanità di tante persone”. Con queste parole Flavio Lotti, ha dato il via alla marcia della pace iniziata alla mezzanotte di oggi 11 settembre e terminata nelle prime ore di questa mattina. Un giorno simbolico che anticipa la marcia del 9 di ottobre. “Con questo gesto inedito, hanno dichiarato gli organizzatori, vogliamo denunciare la gravità della situazione e invitare tutti, cittadini e istituzioni, ad affrontare con coraggio le sfide aperte e ad assumersi la responsabilità della pace.”
Il programma ha previsto: Ore 21.30 Incontro con la stampa dei partecipanti a Perugia presso la sede del comitato organizzatore della PerugiAssisi, in via della viola 1. Ore 23.00 Trasferimento a piedi a Porta San Girolamo. Ore 23.30 Interventi di apertura della Marcia di Notte. Accensione delle fiaccole. Ore 24.00 Partenza della Marcia PerugiAssisi di Notte. Ore 6.00 Sosta presso la Tomba di San Francesco d’Assisi. Ore 7.00 Arrivo alla Rocca Maggiore di Assisi. Conclusione della Marcia.
La PerugiAssisi di questa notte è figlia della volontà di reagire, di sfidare il buio che sta calando dentro di noi e sul tempo presente. Non è per narcisismo o per sentirsi migliori di altri ma per cercare, con grande umiltà, di lanciare un nuovo allarme, di suscitare un pensiero nuovo, un atteggiamento nuovo.
“Il prossimo 9 ottobre si svolgerà una nuova Marcia PerugiAssisi – le parole di Lotti- ma nessuno di noi vuole che sia la solita marcia per la pace. Ritrovarsi insieme, quel giorno, in un luogo noto, in uno spazio aperto a tutti, può essere confortante. Ma non abbiamo solo bisogno di ritrovarci e rigenerarci. Abbiamo bisogno di vincere la rassegnazione e generare, assieme, un fatto nuovo. La pace che tante volte abbiamo invocato, implorato, cercato, coltivato, è in pericolo in ogni dove. Dentro di noi, nei nostri rapporti con gli altri, nelle nostre case, nelle nostre città, nel nostro paese, in Europa, nel Mediterraneo, nel mondo. Non è sempre stato così. Siamo dentro ad un tempo nuovo, in rapido, continuo, imprevedibile, cambiamento. Papa Francesco insiste nel descrivere la gravità della situazione parlando di “un mondo in guerra per interessi, per i soldi, per le risorse della natura, per il dominio dei popoli”. E non si riferisce solo alle guerre che fanno la fortuna dei trafficanti di armi. Si riferisce a quel groviglio di guerre che ci coinvolgono a tanti livelli e che oggi ci impongono di capire cosa non va nel nostro modo di vivere e di “fare società”, di “fare politica” e di gestire le istituzioni, di cambiare qualcosa nella nostra vita e di unirci ad altri per capire come costruire nuovi rapporti economici, sociali, internazionali e con la natura”.