La statizzazione dell’Accademia delle Belle Arti potrebbe risolvere “i problemi storici legati alla sopravvivenza” dell’ente. A dirlo è il presidente della stessa Accademia, Mario Rampini, il quale, durante un incontro con la stampa, ha parlato anche dell’importanza “dell’istituzione di alta cultura, che come università dell’arte deve essere seguita dallo Stato“. Del processo di statizzazione dell’Accademia delle Belle Arti, Pietro Vannucci, di Perugia si parla ormai da qualche mese: l’emendamento incluso nella Legge di Stabilità 2016 ha fatto sì che venissero stanziati 4 milioni di euro per le Accademie delle Belle Arti, ossia per le 5 istituzioni civiche simili per statuto all’Accademia di Perugia, che si trovano a Genova, Ravenna, Bergamo e Verona. L’emendamento è passato anche in Commissione Cultura e in Commissione Bilancio.
Il cammino intrapreso, anche su impulso del Ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, potrebbe concludersi nel 2018, con definitiva e tanto attesa statizzazione. Al momento, tuttavia, nulla è certo, e anche il presidente Rampini si mantiene cauto nell’esprimere sicurezza a riguardo. Rampini ha parlato di un percorso incanalato in binario, che per arrivare a destinazione deve seguire delle tappe, “d’intesa con il Miur insieme alle altre accademie civiche di Genova e Verona soprattutto, oltre che con quelle più piccole di Bergamo e Ravenna“.
Al momento esiste un decreto, non di statizzazione, per la ripartizione di fondi (4 milioni di euro per l’esattezza) alle Accademie, che verranno emanate a seguito dell’approvazione della Legge di Stabilità 2016, e che, oltre all’Accademia perugina, riguarderà anche quella di Genova. “Il decreto, che non è di statizzazione, stabilisce solo criteri di ripartizione di somme – ha precisato Rampini – che intanto ci mettono al riparo e soprattutto rappresenta una certezza di quello che è l’iter per la statizzazione“.
Le risorse saranno vincolate per il 70% per il funzionamento e il pagamento del personale. Dopo il lascia passare della Corte dei Conti, del primo milione e mezzo a Perugia arriveranno 300mila euro. In una seconda tranche arriveranno i restanti 2,5 milioni, che verranno naturalmente ripartiti tra le 5 accademie, “che arriveranno quando sarà fatto l’accordo di programma che dovrà avere il via libera dal ministero dell’economia”.
Per l’operazione, che Ramponi vorrebbe chiudere entro l’anno, il presidente ha chiesto aiuto a tutte le istituzioni locali coinvolte: nel decreto, infatti, c’è scritto che anche queste ultime, in maniera diretta o indiretta, devo portare a compimento il processo di statizzazione insieme all’Accademia. Al Comune di Perugia, che l’Accademia ringrazia per il sostegno e di cui “capisce bene le difficoltà“, verrà chiesto di “mantenere il contributo come sempre erogato“. Per la Regione Umbria la richiesta sarà anzitutto quella di “partecipare all’accordo di programma” e successivamente “anche con un eventuale sostegno economico”, dopo il chiarimento della posizione della Provincia con le sue funzioni passate alla stessa Regione.
Inoltre, per completare il passaggio, sarà necessaria una rimodulazione dello statuto dell’Accademia, che dovrà essere adeguato in base a quelli esistenti e in vigore nelle altre Accademie statali italiane.
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