Amministrative, il confronto tra i 5 candidati sindaco di Città di Castello - Tuttoggi.info

Amministrative, il confronto tra i 5 candidati sindaco di Città di Castello

Davide Baccarini

Amministrative, il confronto tra i 5 candidati sindaco di Città di Castello

Serata di dibattito nella Sala degli Specchi con i protagonisti delle prossime elezioni | Discussi i maggiori temi che riguardano la città, dall'economia al vecchio ospedale
Ven, 20/05/2016 - 12:07

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E’ stato un confronto molto teso quello che ha avuto luogo ieri sera, nella Sala degli Specchi del Circolo degli Illuminati di Palazzo Bufalini, tra i 5 candidati a sindaco di Città di Castello: in ordine alfabetico Luciano Bacchetta per la Coalizione “Uniti per Città di Castello” (Pd, Socialisti per Città di Castello, La Sinistra per Castello), Roberto Colombo per la lista civica “Castello Cambia”, Marco Gasperi per il “Movimento 5 Stelle”, Nicola Morini per la Coalizione di Centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord e Tiferno Insieme) e Giovanni Zangarelli per la lista civica “La Rinascita”.

La tensione, visibile sul volto di quasi tutti i candidati, e l’importanza dell’appuntamento, il primo in assoluto di questo genere in diretta televisiva, erano palpabili e anche il pubblico presente si è lasciato andare a qualche mugugno e svariati applausi (nonostante i conduttori abbiano pregato di non farli). Il “Forum” organizzato da Corriere dell’Umbria, in collaborazione con Umbria Tv, ha toccato gli argomenti più scottanti discussi negli ultimi tempi a Città di Castello e, soprattutto, nella campagna elettorale, sui quali ogni candidato poteva dire la sua in due minuti esatti. Ovviamente, come accade in questo tipo di dibattiti, i tempi non sono stati sempre rispettati e i singoli punti trattati sono stati spesso occasione per toccare anche altri temi.

ECONOMIA

La direttrice del quotidiano Anna Mossuto ha deciso di partire dall’economia, domandando quali azioni siano necessarie per riemergere da una crisi che tuttora è forte. Bacchetta ha dichiarato che “il tessuto produttivo, nel suo complesso, ha comunque tenuto in maniera egregia, anche se il comparto legato all’artigianato ha sofferto molto. Una cosa che fa sperare, ed è sintomo di ripresa, è anche l’interesse di molte imprese alla piastra logistica (l’unica delle tre in Umbria che partirà a breve)”. Gasperi ha risposto che “prima di parlare di economia bisognerebbe parlare di una visione di insieme, partendo ad esempio, dagli esercizi che emigrano fuori dal centro. Prima di investimenti multimilionari, operiamo sulle priorità della città: prima andiamo a Perugia con il treno e poi penseremo alla piastra”. “Paghiamo un livello di crisi economica globale – ha detto Colombo e a Città di Castello ciò comporta anche un deficit morale e amministrativo. La piastra logistica non è un elemento di sviluppo ma una cattedrale nel deserto che ha succhiato milioni e milioni di euro, devastando, tra l’altro, anche il territorio”. “Lo svuotamento progressivo della zona industriale e l’agricoltura schiava delle sovvenzioni pubbliche – ha dichiarato Morini – sono un chiaro segnale di come sta andando l’economia”. Zangarelli è partito dal centro storico, ribadendone le infinite possibilità, fino ad arrivare alla ferrovia, “proponendo di trovare una soluzione, ad un costo basso, per poter collaudare tutto il percorso e farlo ripartire. Solo quando molte cose andranno al loro posto si potrà parlare di un eventuale rilancio dell’economia”.

INFRASTRUTTURE

Gasperi ha sentenziato che “la E45 è una vergogna pubblica, bisognosa com’è di riparazioni continue. Pensiamo a mettere a posto le cose prima di pensare ad autostrade e altri progetti faraonici”. Colombo ha citato la E78, “ferma da decenni, ma che comunque collega la zona di Perugia e relega Città di Castello a Cenerentola dell’Umbria. Anche in questo caso il territorio è stato svenduto per interessi politici”. Morini ha parlato anche dell’ex Fcu, ormai chiusa da tempo, “che ha relegato l’Alto Tevere all’isolamento infrastrutturale. Apice del tutto questa piastra logistica che non collega assolutamente nulla. Da non dimenticare la Guinza, che potrebbe essere sfruttata come strada veloce”. Zangarelli ha tirato in ballo la valorizzazione del cittadino, “insufficiente” a suo dire, “anche perché molti tifernati non sanno nemmeno cosa sia la piastra logistica ma ne devono comunque subire le conseguenze”. Bacchetta ha concluso dicendo che “l’E45 era un progetto sul quale il Governo pensava di investire tanto, ma poi si è reso conto che lo svantaggio del pedaggio era superiore al vantaggio dell’autostrada”. “Riguardo all’E78 – ha aggiunto – l’Amministrazione non ha meriti in questa vicenda. Forse c’era più di una perplessità sul progetto che insisteva su Cerbara, oggi però c’è un progetto diverso e non invasivo che verrà alla luce”.

RIFIUTI & DISCARICA BELLADANZA

Colombo ha subito puntato il dito contro Sogepu “municipalizzata che costa 23 mila euro al giorno, e che per essere tenuta in piedi ha bisogno di 8 milioni e mezzo all’anno. I rifiuti tifernati, grazie ad un accordo che ha venduto gli interessi della città, vengono portati a Perugia per essere trattati e poi ritornano nella nostra discarica. Senza quell’accordo, che ha creato disagio ambientale e premiato una singola carriera politica, avremmo avuto molte risorse per creare nuova economia”. Morini si è spostato su Belladanza, “il cui raddoppio, previsto dal Piano umbro dei rifiuti, andrà a gravare sulla testa dei cittadini residenti e non. Da non scordare l’aumento della Tari del 51%”. Zangarelli ha parlato della possibilità di “fare dei rifiuti una risorsa, non qualcosa da svendere all’esterno”. Bacchetta, sottolineando anche come molte affermazioni non siano del tutto veritiere, è tornato su Sogepu, “società dal bilancio sanissimo” e su Belladanza, “sulla quale si è compiuto un ottimo progetto di valorizzazione”. “La Tari, – ha aggiunto – al contrario di quanto si dice, è diminuita di 70 euro a cittadino”. Gasperi ha invece tirato in ballo i dati di Arpa Umbria, i quali dicono che “il terreno di Belladanza è inquinato e va assolutamente bonificato per evitare altri crolli e altri rifiuti esposti. Non importa quale amministrazione sia stata, a fare il danno ma la situazione va risolta”.

PARTECIPATE

Gasperi ha parlato di “situazione drammatica. Le partecipate sono infatti gestite, coordinate e portate avanti in maniera vergognosa, con sprechi assurdi, soldi buttati nella spazzatura,  e un numero di dipendenti spropositato. Andate a vedere l’organigramma di Sogepu per divertirvi”. Anche Morini ha confermato come l’argomento sia una “nota dolente di questa Amministrazione”. “Nonostante le modalità e le scelte siano decise da normative regionali o nazionali, la verità è che purtroppo le partecipate a Città di Castello sono la ‘longa manus’ del potere politico sui servizi. Esiste una commistione di interessi di partito, voti di scambio, appalti e posti di lavoro”. Colombo, concorde sul fatto che le partecipate siano diventate “carrozzoni clientelari da rivedere totalmente nelle modalità di gestione e nei gruppi dirigenti”, ha criticato anche come esse abbiano dei “costi troppo elevati per la comunità”. Zangarelli ha parlato dei “diversi problemi di Polisport, dalla chiusura mattutina della piscina ai suoi costi troppo elevati”. “C’e’ un disservizio e un disinteresse” – ha aggiunto. Bacchetta ha risposto dicendo che “la realtà è un’altra e siccome si parla di servizi che un’azienda svolge, questi devono essere anche pagati”. Il sindaco ha sottolineato, “con grande soddisfazione”, anche la salute dei bilanci di Sogepu e Polisport.

BURRI, CULTURA & TURISMO

Colombo ha parlato di una “Fondazione Burri a gestione oligarchica”. “Il grande rilancio del turismo promesso non c’è stato – ha detto – i dati lo dicono chiaramente. La soluzione immediata è liberare anche Burri dagli interessi privati. L’80% dei turisti che vengono a Città di Castello non sanno neanche che l’artista era un tifernate”. Anche per Morinil’appuntamento con il Centenario di Burri ha fallito, infatti il turismo è sceso del 5%. Il nostro patrimonio artistico non viene valorizzato come si deve, grazie anche ad eventi solo estemporanei”. Il candidato del Centrodestra ha proposto poi la costruzione, in sinergia, di una forte collaborazione culturale con la vicina Sansepolcro. Zangarelli ha confermato le potenzialità non sfruttate del patrimonio culturale tifernate, ed ha proposto di incentivare il turismo partendo da una vetrina di servizi dedicati che parta proprio dall’interno del Comune. Bacchetta ha voluto ricordare che “il Centenario di Burri ha dato, al contrario di quanto detto dalle opposizioni, spunti importanti per la crescita della città. “Su tutti – ha sottolineato – c’è il grande successo della mostra al Guggenheim, con numeri molto significativi. Inoltre, per restare nella nostra città voglio ricordare l’importnate progetto del recupero totale di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio”. Gasperi ha invece aggiunto che “andrebbero sfruttate le eccellenze locali, e il mondo vasto delle associazioni, soprattutto quelle rievocative. Puntare, insomma, su quello che abbiamo noi e non hanno a New York”.

VECCHIO OSPEDALE

Morini ha dichiarato come “l’Amministrazione abbia fallito tutti i grandi appuntamenti con la riqualificazione urbanistica, di cui quello dell’ex ospedale è il più grande. Nessuno ha mai pensato nemmeno ad un concorso di idee per curare questa gigantesca ferita”. Zangarelli, a tal proposito, ha avanzato la sua personale proposta: prendere la struttura in concessione gratuita e utilizzarla per i privati cittadini e commercianti locali, dando la disponibilità a chiunque voglia di prendere un blocco, investendoci denaro e portando avanti la propria attività. Il restante 20% degli spazi rimarrebbe poi al Comune. Bacchetta ha parlato di “un’annosa questione”, ricordando che “il vecchio ospedale appartiene ancora alla Regione ed è inserito nel bilancio della medesima, e quindi non ha mai pensato di ‘regalarlo’”. Il sindaco ha poi parlato del progetto della cittadella della salute, grazie al quale si potrebbero “riportare tutti i servizi sanitari nella vecchia struttura. Per fare questo – ha detto – attingeremo dal generoso lascito delle sorelle Mariani mettendo sul piatto più di 3 milioni di euro”. Gasperi ha spostato il discorso dal vecchio ospedale a quello nuovo, “dove effettivamente ci sono più cose che al momento non funzionano, a partire dalla mancanza di porte scorrevoli, poi fatte mettere da noi, che impedivano l’accesso ai disabili”. “Reinvestirei sul vecchio ospedale – ha aggiunto – solo per far cessare la speculazione che tutti ci fanno, e sopra il quale, ogni 5 anni, esce una nuova iniziativa che non verrà mai concretizzata”. Colombo, che ha anche ribadito la mancanza di validi progetti di riqualificazione, ha colto l’occasione di spostare l’attenzione anche ai “due ecomostri sorti sulle rovine della ex Fat”, a pochissimi metri proprio dall’ex ospedale, “siti in una zona di assoluto pregio del centro storico”. “Avremmo potuto riqualificare oltre 100 appartamenti vuoti e sfitti nel centro storico – ha concluso – ma si è deciso di costruire 2 palazzine nuove tra gli scavi romani”.

Alla fine dell’intenso confronto il direttore Mossuto ha chiesto, ad ognuno dei candidati, di fare un appello personale ai cittadini per convincerli a votarli. Altri argomenti toccati, non certo di meno rilievo, sono stati il Loggiato Gildoni, le periferie,e l’utilità o meno della Ztl.

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