Colpevoli della morte dei 7 operai dello stabilimento di Torino della Thyssen Krupp dove, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, morirono a seguito del rogo che devastò un reparto: la Cassazione, confermando le pene dell’appello bis ai vertici del tempo della multinazionale tedesca, ha condannato in via definitiva l’ad Haral Espenhahn a 9 anni e 8 mesi e i dirigenti Daniele Moroni (7 anni e 6 mesi), Raffaele Salerno 7 anni e 2 mesi, Cosimo Cafueri 6 anni e 8 mesi, il ternano Marco Pucci e Gerald Priegnitz (6 anni e 3 mesi).
La sentenza è arrivata nel tardo pomeriggio al termine di una giornata a dir poco convulsa per i familiari che hanno pianto di rabbia e urlato in aula quando il sostituto procuratore generale, Paola Filippi, ha chiesto l’annullamento delle condanne e il rinvio degli atti a Torino per un terzo processo di appello motivando la decisione, a quanto è dato sapere, perché le pene sarebbero state troppo alte. Ma gli Ermellini del Palazzaccio della IV Sezione, presieduta dal giudice Fausto Izzo, hanno deciso diversamente condannando in via definitiva gli imputati.
Dunque a distanza di 8 anni è arrivata la sentenza definitiva. Come si ricorderà il pool della Procura di Torino – guidato da Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso – contestò l’omicidio volontario, accusa che venne derubricata in appello in omicidio colposo aggravato da colpa cosciente. Ad aprile 2014 la Cassazione confermò la responsabilità degli imputati ma annullò una parte della sentenza chiedendo ai giudici di Torino di ricalcolare le pene. La conseguente sentenza ebbe, per alcuni di loro, effetti di poco conto: Espenhahn passò da 10 anni a 9 anni e 8 mesi, Pucci e Priegnitz da 7 anni a 6 anni e 10 mesi, Moroni da 9 anni a 7 anni e 6 mesi, Salerno da 8 anni e 8 mesi a 8 anni e 6 mesi, Cafueri da 8 anni a 6 anni e 8 mesi.
Dunque la Cassazione ha messo il ‘sigillo’ sul rogo che sconvolse l’Italia, già provata l’anno precedente (era il 25 novembre 2006) dalla esplosione alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, costata la vita a 4 operai.
“Giustizia è fatta, ma il nostro dolore rimarrà per sempre” hanno commentato i familiari presenti all’udienza “ora possiamo andare dai nostri ragazzi al cimitero è dire che hanno avuto giustizia”. Nel corso della giornata l’ex procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, era intervenuto sul processo commentando che i processi in Italia “sono lunghi. Ha ragione in questo il premier Renzi – ha detto l’ex magistrato -, è un problema di ordine generale che deve far riflettere tutti. I processi sono lenti anche quando le indagini preliminari, come nel nostro caso, si sono esaurite in tempi da record”. Come si ricorderà Guariniello con i sostituti procuratori chiuse le indagini in 2 mesi e 19 giorni.
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