“Non è vero che c’è assordante silenzio, anzi è vero il contrario: da parte della Regione Umbria c’è sempre stata grande attenzione al ruolo dell’Università a Terni”. È quanto afferma il vicepresidente della Giunta regionale, Fabio Paparelli, in merito alle dichiarazioni dell’associazione culturale Per Terni Città universitaria. Nella giornata di ieri, infatti, l’associazione aveva lanciato il grido d’allarme sulla situazione del polo universitario attraverso una nota alla stampa. Questo il testo integrale:
“L’Università a Terni sta vivendo un momento drammatico. Lo diciamo da mesi circondati da un fragoroso silenzio. Ma ora, davvero, non c’è più tempo da perdere. L’Associazione culturale per Terni città universitaria sottolinea ancora una volta la gravissima situazione in cui versa il polo ternano.
Sull’orlo del baratro il futuro dei corsi di laurea in Economia, Ingegneria e quelli narnesi di Scienze dell’Investigazioni, tutti a rischio chiusura.
Il Consorzio universitario non dispone più delle risorse necessarie per stipendiare i ricercatori e quindi mantenere intatti i tre corsi di laurea. La cifra che occorre si aggira intorno a 520.000 euro.
Da evidenziare che la chiusura dei corsi comporterebbe il trasferimento degli studenti nella sede di Perugia.
L’esperienza dell’Università a Terni rischia di tornare a rivivere quanto accaduto anni fa per Scienze Politiche, quando gli studenti iscritti al corso ternano si sono ritrovati, dall’oggi al domani, senza più sede, costretti a sostenere gli esami a Perugia, con tutto il relativo trasferimento – talvolta problematico – dei loro documenti nel capoluogo umbro. Molti laureandi affermano che alcuni esami non sono stati loro convalidati. Motivo per cui gran parte degli studenti si sono laureati più tardi del dovuto (andando inevitabilmente fuori corso).
Ad aggravare ancor più la situazione dell’Università a Terni, è il calo degli iscritti. Come ricordato dall’Associazione, nell’anno accademico 2015-2016 si è registrato un crollo del 17% frutto anche della situazione di estrema incertezza che si vive in questo momento.
Giunti a questo punto l’Associazione culturale “Per Terni Città Universitaria” giudica ormai improcrastinabile l’intervento urgente della Presidente della Regione, Catiuscia Marini, titolare della delega all’Università.
Nonostante quanto finora denunciato già prima di Natale, sulla questione si è registrato soltanto un silenzio assordante da parte della Presidente stessa. Ora serve innanzitutto chiarezza, ma occorrono anche risposte e soprattutto piani per potenziare la realtà universitaria ternana.
L’atto d’indirizzo, deliberato dal Consiglio comunale, che impegna il Sindaco e Giunta a creare una fondazione per il Polo universitario entro il 31 maggio, non ha ancora prodotto risultati: e la scadenza è dietro l’angolo. Purtroppo sono passati mesi, ma tutto è ancora come prima.
Il Sindaco di Terni – anche in qualità di Presidente del Consorzio universitario – è chiamato a compiere passi decisivi per non disattendere l’atto d’indirizzo e per dare un futuro all’esperienza universitaria ternana. Gli stessi consiglieri comunali – di maggioranza innanzitutto, ma anche di minoranza – sono chiamati a compiere atti concreti, ormai improcrastinabili.
In un quadro così allarmante non va sottaciuto un altro rischio che si affaccia all’orizzonte con la possibile soppressione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a Terni.
Se, infatti, in Umbria si costituisse un’unica Azienda Universitaria Ospedaliera– come già si sta ipotizzando – tutti gli studenti iscritti al Corso di Medicina e Chirurgia potrebbero essere costretti a trasferirsi a Perugia per seguire le lezioni e per sostenere gli esami, oppure, in alternativa, abbandonare il corso.
Questo quadro negativo che si prospetta per l’Università a Terni diventa ancor più drammatico se si guarda ad una riorganizzazione territoriale nazionale. Con l’ipotetica istituzione delle “macroregioni” cosa succederà all’università? L’Università potrebbe essere concentrata in un unico sito.
Non c’è tempo da perdere ed anche per questo motivo l’Associazione per Terni città Universitaria ha organizzato una conferenza stampa per evidenziare lo stato allarmante in cui versa il polo universitario ternano.
Pronta la risposta dell’Assessore regionale, “Va però precisato – aggiunge Paparelli– che la programmazione e gestione dei corsi universitari è competenza esclusiva dell’Università degli studi, né potrebbe la Regione intervenire direttamente nel sostenere il salario di ricercatori e/o docenti. La Regione semmai interviene, nel quadro di accordi e programmi, per finanziare specifici progetti di ricerca, come peraltro ciò è sempre avvenuto, e nello specifico caso di Terni, con cospicui finanziamenti da parte della Regione Umbria”.
“Disponibilità questa – prosegue – che la Regione riconferma, con la disponibilità altresì a valutare progetti che dovessero giungere dall’Università degli studi”.
Per ciò che riguarda la facoltà di Medicina, “la Regione ha sempre garantito pari dignità nei rapporti con le Aziende ospedaliere universitarie”.
“Anche nell’ambito del percorso per il riconoscimento del territorio Terni-Narni quale area di crisi complessa – afferma il vicepresidente Paparelli – l’Università, se lo vorrà, potrà svolgere un ruolo importante nell’ambito di programmi per sostenere la ricerca universitaria”.
“Riteniamo perciò necessario un confronto tra istituzioni locali ed Università – conclude – dal quale ci attendiamo di conoscere quali indicazioni verranno per il rafforzamento del polo universitario a Terni”.