Stiamo assistendo ad un attacco alla scuola pubblica semplicemente devastante! Citando solo gli ultimi anni: con le Finanziarie 2007 e 2008 il Governo Prodi aveva previsto tagli per 47.000 posti (di cui 42.000 di personale docente e 5.000 di personale ATA), 14.000 sono stati tagliati, 11.000 sono stati eliminati da quest’anno scolastico, mentre i restanti verranno eliminati nei prossimi due anni.
Con la Finanziaria del Governo Berlusconi, dal prossimo anno e per un triennio, adducendo motivazioni pseudo-pedagogiche, si aggiungeranno altri tagli per 109.841 posti (di cui 67.341 di personale docente e 42.500 di personale ATA) e per primi ne faranno le spese i Precari.
Quindi in un quinquennio verranno tagliati 156.841 posti da un organico complessivo di 997.480, il che produrrà la sottrazione alla scuola pubblica di 8 miliardi in tre anni e un decisivo passo avanti nella sua distruzione.
Ora, come si arriverà a questo risultato, non sembra importi molto al Governo, sostanzialmente quello che gli interessa è ridurre drasticamente il livello dell’insegnamento pubblico e privatizzare un settore strategico come quello della Scuola, dell’Università e della Ricerca; per costruire una società autoritaria e diseguale è infatti necessario abbassare la qualità della scuola di massa, distribuire risorse alle scuole private e ritornare ad una scuola di classe: buona per i ricchi e scadente per i poveri.
Questo progetto, però, sta trovando intoppi e l’ostacolo più grande è la mobilitazione del movimento degli studenti, l’ONDA. La protesta studentesca, immediata, continua ed estesa a tutta Italia ha messo in forte imbarazzo la maggioranza governativa e ha decisamente scavalcato anche l’opposizione e i titubanti sindacati “concertativi”.
Diverse sono state le iniziative di protesta e di controinformazione promosse dall’ONDA spoletina che, con una sorta di “stato di agitazione permanente” si batte per sensibilizzare i cittadini al pericolo che corrono le giovani generazioni e al rischio di suicidio che sta intraprendendo il Paese. Infatti la formazione e la ricerca necessitano non di tagli, ma di incrementi di risorse. ( Ettore Magrini, Rdb – Cub Territoriale)