Un incontro, tenutosi giovedì, su richiesta del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Franco Moriconi. Va dunque avanti l’iter per incassare da parte dello Studium perugino l’ok alle nomine dei direttori sanitari delle due Aziende ospedaliere di Perugia e Terni. Moriconi ha avuto con sé al tavolo i professori ordinari e i responsabili di Struttura Complessa a Direzione Universitaria, su invito della presidenza della Scuola di Medicina. Presente anche Franco Baldelli, delegato dell’università ai Rapporti con le Istituzioni.
Due i colloqui che hanno preceduto l’incontro: uno con Emilio Duca e l’altro con Maurizio Dal Maso, durante i quali è stata insistentemente riaffermata la consapevolezza dell’Università che, a distanza di 10 mesi dalla firma del protocollo di intesa con la Regione Umbria, le Aziende ospedaliero – universitarie non sono state ancora costituite e che le stesse al momento sono inattuate, mancando gli Atti aziendali formulati dai Direttori Generali che recepiscano i protocolli di intesa firmati nell’aprile 2015. L’ok alla sottoscrizione dell’intesa necessaria al perfezionamento delle nomine dei Direttori Generali proposti dunque è arrivato da Palazzo Murena, ma ad una condizione: procedere rapidamente alla costituzione e attivazione delle aziende ospedaliero – universitarie di Perugia e Terni, unitamente all’avvio di una concreta collaborazione con le altre Aziende sanitarie del territorio. Tuttavia, perché possano essere predisposti gli atti aziendali, è necessario che siano sottoscritti i protocolli attuativi, da sottoporre alla necessaria approvazione della Giunta Regionale contenente una disciplina completa anche sul profilo del Collegio tecnico per le valutazioni e le verifiche delle attività svolte; sulle procedure per la nomina e revoca dei Direttori dei Dipartimenti assistenziali; su quelle per l’attribuzione e revoca dei programmi; sulle procedure per la nomina del Comitato dei garanti.
Insomma, le nomine sui direttori sanitari stuzzicano ancora qualche mal di pancia, tanto che non sembra essere tornato del tutto il sereno su Palazzo Donini, proprio dopo l’ultimo incontro con Moriconi e anche se le polemiche parevano in parte placate. Nell’opera di ricucitura dello strappo, la segreteria del Pd mette il suo, puntando alle intese. Leonelli, dopo l’incontro della segreteria di giovedì, promette di “riportare al centro le questioni di merito, riaggiornare le priorità per la sanità regionale, fornire ai cittadini e agli elettori risposte all’altezza rispetto agli impegni presi. Dopo le tensioni registrate nel Pd,e lo spettacolo poco edificante a livello istituzionale su uno dei temi cardine dell’agenda politica regionale, quello della sanità, la segreteria del Pd Umbria è al lavoro, anche attraverso un documento che vedrà la luce nelle prossime ore, per ricomporre un quadro di responsabilità”. Concertazione e negoziazione ancora in corso, comunque: atteso a Palazzo Cesaroni per lunedì prossimo il gruppo dem. Poi, la sera, tutti in Direzione regionale.
Dalla minoranza – Nel frattempo ha scatenato non poco scalpore la notizia del rinvio del consiglio regionale per il prossimo 1 marzo. La minoranza fa sapere che sederà comunque in consiglio, “dalle ore 10.30 alle 18.30, seduti sul banco assegnato per rispettare, comunque e simbolicamente, il mandato dei cittadini, esponendo un cartello con scritto ‘noi ci siamo per i cittadini’, visto che la seduta d’Aula è stata rinviata a causa della ‘crisi di Giunta’ dopo le nomine di direttori e dirigenti della sanità”. A precisarlo è stato Claudio Ricci (portavoce centro destra e liste civiche), unitamente ai consiglieri di opposizione Mancini e Fiorini (Lega), Nevi (FI), Squarta (FDI) e De Vincenzi (Rp). “Ormai – prosegue Ricci – è giunto il momento, come chiesto in una mozione, di portare l’argomento nomine dei direttori sanitari in Aula per capire se ancora esiste una maggioranza in grado di governare un servizio pubblico fondamentale come la sanità, ove l’Umbria deve cambiare per migliorare i Livelli essenziali di assistenza, che la vedono al decimo posto fra quelle italiane. O si è capaci di governare certe questioni – conclude – o è bene tornare al voto con elezioni anticipate”.
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