E alla fine la risposta è arrivata. Il tanto atteso intervento dell’assessore alla Cultura Armillei al question time ha fatto luce sui motivi dell’annullamento del Capodanno al Caos. O forse. Giorgio Armillei ha confermato, questa mattina, quanto anticipato da TO in occasione delle polemiche hanno alimentato i giorni immediatamente prima il veglione di San Silvestro.
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Rispondendo all’interrogazione dei 5 Stelle, l’assessore ha confermato che si è trattato “di un’intrusione nell’attività di controllo tecnico-amministrativo che non spetta agli organi politici”.
Riguardo il punto in cui i pentastellati hanno avanzato dubbi sull’opportunità di svolgere la festa di Capodanno in un polo museale ecco la risposta: “In relazione all’attività gestionale degli spazi museali, riguardo la comunicazione con il pubblico, non è prevista alcuna autorizzazione preventiva da parte delle amministrazioni. L’affidamento in concessione dei servizi aggiuntivi prevede un’attività d’indirizzo e controllo da parte della direzione comunale. Sono inoltre previste nel contratto di gestione del Caos, al paragrafo 41, alcune attività speciali, anche di entertainment con il coinvolgimento del pubblico, compreso il capodanno”.
“Non sfugge a nessuno – dice ancora Armillei – che questi eventi vengano organizzati in molti e importanti spazi museali italiani e internazionali, come Venezia, Milano, Firenze e Roma, come forma di promozione degli spazi stessi. Sarebbe strano che il sistema museale di Terni non facesse quello che fanno tutti i sistemi museali”.
“Gli spazi Caos – ha proseguito l’assessore – sono a norma in maniera differenziata rispetto alle diverse destinazioni d’uso. Per le autorizzazioni per gli impatti ambientali e sonori per manifestazioni temporanee non è previsto il controllo preventivo Arpa e devono essere eventualmente chieste deroghe per il singolo evento”.
Sul numero dei biglietti venduti, richiesto nell’interrogazione, l’assessore non ha fornito risposta, “in quanto la manifestazione non è avvenuta”. Infine Armillei ha sottolineato come “tutto ciò che si svolge all’interno del Sistema museale rispetti gli obblighi fiscali e amministrativi”.
“Temo proprio – ha concluso – che l’interrogazione rappresenti quel populismo sanzionatorio e ispettivo che rigetta in radice ogni tentativo di comporre, nel quadro della legalità, esigenze diverse”.
In sede di replica, Thomas De Luca ha detto di “essere stanco di chi bolla come populismo sanzionatorio gli interventi di chi come noi, nell’esercizio delle nostre funzioni, e come dovere nei confronti dei cittadini, non fa altro che chiedere il rispetto della legalità e della correttezza”.