Presunto danno erariale, Corte dei conti chiede il conto a medico di Spoleto - Tuttoggi.info

Presunto danno erariale, Corte dei conti chiede il conto a medico di Spoleto

Sara Fratepietro

Presunto danno erariale, Corte dei conti chiede il conto a medico di Spoleto

Il dottore è accusato di aver indebitamente percepito un'indennità di esclusività dall'Asl mentre veniva pagato anche da una onlus
Mer, 25/11/2015 - 21:41

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Prendeva compensi da una associazione di volontariato per effettuare dei turni di reperibilità notturna all’interno di una struttura assistenziale per le cure palliative del territorio. Compensi che però non avrebbe potuto prendere, percependo una indennità di esclusività da parte dell’Asl per il suo lavoro ospedaliero, a meno di essere autorizzato dalla stessa azienda sanitaria, cosa che però non era avvenuta. Per questo un noto medico spoletino è finito al centro di un’inchiesta della Corte dei conti, che nei prossimi giorni si dovrà pronunciare sulla sussistenza o meno di un danno erariale, stimato dalla Procura in poco più di 95.000 euro.

La vicenda – Tutto sarebbe iniziato con una segnalazione da parte dell’Asl, che aveva dato vita ad un’indagine della Guardia di finanza per le accuse di truffa ed appropriazione indebita e parallelamente ad un’inchiesta della Corte dei conti. Secondo le accuse, il dottore, sessantenne attualmente in pensione, avrebbe svolto un’attività libero professionale per conto di una onlus cittadina, mentre aveva un rapporto di lavoro esclusivo con l’ospedale che gli dava diritto ad una maggiore remunerazione complessivamente pari a circa 23.000 euro annui. Il caso era venuto alla luce un anno e mezzo fa, quando le fiamme gialle avevano reso nota l’inchiesta.

L’inchiesta penale – La vicenda viaggia quindi attualmente su due binari paralleli. Da una parte c’è il processo penale davanti al tribunale di Spoleto, in corso, anche se ancora alle fasi preliminari. La magistratura ha a questo proposito disposto il sequestro preventivo, per il danno alla struttura pubblica, di circa 95.000 euro (i soldi dell’indennità di esclusività per gli anni dal 2010 al 2012 oltre a quanto percepito, circa 25.000 euro, dall’associazione per le reperibilità effettuate). Misura cautelativa che è stata confermata di recente dai giudici.

L’inchiesta contabile – Questa mattina a Perugia, invece, si è tenuta l’udienza davanti alla Corte dei conti. La tesi sostenuta dalla Procura è che il medico, distaccato nella struttura per le cure palliative per 18 ore settimanali e con un rapporto di lavoro esclusivo per l’Asl, avrebbe dovuto chiedere una autorizzazione all’azienda sanitaria per prestare servizio per più ore e per percepire un ulteriore compenso. L’attività retribuita che viene contestata al dottore sono i turni di reperibilità notturna che ha prestato (510 in totale), pagati dall’associazione e senza che l’Asl, è la tesi accusatoria, ne fosse a conoscenza.

La difesa – Secondo i difensori del professionista, gli avvocati Pozzolini, Pastorelli e Salimbeni, l’Asl sarebbe stata invece informata di tutto, anzi lo stesso medico avrebbe chiesto che fosse lei a pagare gli straordinari, come sarebbe previsto da specifiche disposizioni normative. L’azienda sanitaria, però, secondo quanto ripercorso, non lo avrebbe fatto ed a quel punto era stata la onlus ad accollarsi le spese, sia per il medico in questione che per gli altri che effettuavano le reperibilità notturne, necessarie stante la particolare situazione dei pazienti ospitati. Quel tipo di attività, insomma, non sarebbe stata di tipo libero-professionale, ma un’integrazione del servizio pubblico. Se la tesi della difesa venisse accolta, tutta la vicenda, che non ha mancato di far discutere la città lo scorso anno, finirebbe in una bolla di sapone. La sentenza della magistratura contabile è attesa nei prossimi giorni.

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