Il Lions Club Fonti di Veggio, riallacciandosi al tema conduttore di EXPO’ 2015 “Nutrire il Pianeta – energia per la vita”, ha organizzato, presso il Perugia Plaza Hotel, un meeting dal titolo “Quale agricoltura per le future risorse alimentari del pianeta?”.
La serata si è aperta con il saluto del Presidente del Club Lions Fonti di Veggio, dott.ssa Rosalba Bruno, che ha illustrato la serata ed il tema del meeting presentando i due relatori il prof. Dott.Francesco Tei, Direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, e il dott. Mario Gigliarelli, dottore in Scienze Agrarie e titolare di una azienda agricola.
Il meeting è stato coordinato dal dott. Paolo Carucci, dottore in Scienze Agrarie, socio del club, che dopo una breve introduzione in cui ha parlato del rapporto tra una agricoltura sostenibile,l’alimentazione e la nutrizione, ha evidenziato anche che le nuove tecnologie applicate all’agricoltura possono dare una risposta concreta all’esigenza di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti, nel rispetto del pianeta e dei suoi equilibri, quindi ha lasciato la parola ai due relatori.
Il primo intervento è stato quello del prof. Francesco Tei che, con parole semplici, ma precise, ha illustrato alla platea una problematica molto complessa, come quella dell’agricoltura e delle sue implicazioni sul territorio. Ha parlato della perdita di terreni coltivabili perché utilizzati eccessivamente per lo sviluppo delle città, nonché “sfruttati” in maniera massiccia per monocolture, monocolture che in molti casi, in diversi paesi del mondo, vengono utilizzate per la produzione di carburante. Inoltre, il diverso utilizzo dei terreni, anche con la riduzione delle superfici forestate, per la ricerca di aree da coltivare, sta provocando cambiamenti climatici che,con fenomeni sempre più spesso violenti, stanno provocando molti disastri ambientali, come le cronache di questi ultimi tempi hanno messo in evidenza. Poi ha toccato alcuni problemi legati all’alimentazione ed alla nutrizione spiegando come, la sovrapproduzione di cibo con lo sfruttamento dei terreni avrebbe dovuto risolvere il problema della sottoalimentazione. Invece la
cosa strana è che mentre in molte zone del mondo ancora si muore di fame, in altre parti si muore anche per malattie dovute alla sovralimentazione. Questo ci dovrebbe far riflettere su una diversa distribuzione delle risorse agroalimentari che ad oggi sono controllate da grandi multinazionali. Il professore poi ha illustrato anche il problema dell’acqua, certe colture necessitano di grandi quantità di acqua; soprattutto i consumi idrici legati ai cibi che noi mangiamo sono aumentati,infatti, gli allevatori consumano più acqua perché i cibi dati agli animali richiedono molta acqua mentre il grano e la frutta sono le produzioni che richiedono meno acqua in assoluto. Quindi ha parlato anche delle coltivazioni biologiche, i prodotti di queste coltivazioni sono sempre più richiesti dal mercato. I consumatori sono sempre più attenti e disposti a spendere qualcosa in più,pur di avere prodotti non trattati con agenti chimici. A conclusione il prof. Francesco Tei ha parlato dell’EXPO’ come una manifestazione di grande importanza, che in qualche modo ha portato tanta gente a riflettere sul futuro del pianeta, oltre che a parlare di alimentazione anche laddove non sene parlava.
A questo punto la parola passa al dott. Mario Gigliarelli che racconta la sua storia di imprenditore agricolo, imprenditore agricolo con una visione diciamo “filosofica” della sua attività. Una realtà diversa: la raccolta diretta dei prodotti della terra. Da tredici anni coltiva ortaggi prevalentemente primaverili-estivi e autunno-invernali (rapi, spinaci e bietola). Ma non li raccoglie. Quando l’ortaggio è giunto a maturazione se qualcuno, gradisce i suoi prodotti se li va a raccogliere da solo.
Raccogliendo il consumatore finale trova, si, i frutti ma anche le malerbe, oltre che insetti come coccinelle e formiche, segno che non sono stati usati prodotti chimici ; non può esistere nulla di più fresco di quello che si stacca dalla pianta e lo si mangia il giorno stesso, i gusti sono estremamente differenti. Esisteranno sempre e solamente frutti di stagione (nulla dalle serre). Si può raccogliere tutti i giorni dall’alba al tramonto e potrebbe anche non esserci nessuno ad accogliere chi arriva. Il cliente trova espresso cosa e dove cogliere e i relativi prezzi, prende il secchio e va a raccogliere. Tornando, sotto a un gazebo, trova una bilancia per pesare il colto e poco distante una cassa dove lasciare il denaro. Basta varcare le Alpi per verificare quanto,ovunque in Europa, la raccolta diretta sia diffusa.” Ma devo confessare che l’aspetto economico ditale impresa riveste, credetemi, una piccola percentuale del tutto. Se non si inizia a ricostituire il rapporto con la natura e i suoi ben definiti cicli, quello con la terra (veniamo e dipendiamo da essa), quello con i nostri simili (sotto al gazebo non a caso sono sempre esistiti un tavolo e delle seggiole: una volta raccolto ci si può sedere e scambiare quattro parole con i presenti, anche se sconosciuti); a recuperare quei valori veri fondamentali tra persone (fiducia, rispetto, e così via)sono convinto che non si vada molto lontano. Cambiare le cose è un processo lunghissimo e io sodi non poter far questo da solo ma già suscitare l’interesse di qualcuno potrebbe far dire che ne è valsa la pena”. Così conclude il dott. Gigliarelli che della raccolta diretta ne ha fatto una filosofia di vita alla riscoperta di quei valori e rapporti umani veri e sinceri che, con il tempo, forse si sono persi.
Nel corso della serata si è svolta la cerimonia di ingresso di due nuovi soci: Piero Labate e Livio Bottiglieri
Lions Club Fonti di Veggio, successo del meeting sull’agricoltura
“Quale agricoltura per le future risorse alimentari del pianeta?”, questo il tema dell'incontro di Perugia
Gio, 12/11/2015 - 16:50