Continua il processo a carico di Giovannino Antonini accusato di truffa ai danni dell’imprenditore ternano Alberto Cucchetto, padre di Francesco, già consigliere della ScS. Stando al quadro accusatorio Antonini avrebbe proposto a Cucchetto la stipula di una polizza assicurativa sulla vita dissimulando il suo vero intento, quello cioè di utilizzare il denaro ricevuto per ripianare l’esposizione debitoria di un suo cliente verso la banca che all’epoca presiedeva, e che aveva aperto tre linee di credito per altrettanti suoi parenti con il favore dello stesso Antonini. Questa almeno l’accusa che ha portato a processo l’ex n 1 di piazza Pianciani. .
Antonini, scrivono gli inquirenti, una volta ricevuto l’assegno da Cucchetto (ben 170mila euro), lo avrebbe ‘bancato’ sul proprio conto corrente prelevando contestualmente l’intera somma.
Poche settimane dopo il fatto Antonini avrebbe inoltre rassicurato Cucchetto sulla effettività dell’investimento assicurativo consegnandogli ricevuta della avvenuta riscossione, e la stessa cosa avrebbe fatto due anni dopo, nel 2011, quando Cucchetto gli chiese di poter riscattare anticipatamente la polizza. Secondo l’accusa con queste condotte Antonini si assicurò un “ingiusto profitto patrimoniale cagionandone uno di pari entità a colui che gli aveva affidato una cifra importante” per un’assicurazione sulla vita.
Cucchetto denunciò l’ex presidente nel novembre 2011 ma il processo penale si è aperto solo quest’anno. Questa mattina, davanti al giudice monocratico francesco Salerno, sono sfilati 15 testimoni tra cui l’ex consigliere Scs Fabrizio Raggi e l’ex d.g. di piazza Pianciani Alfredo Pallini. A difendere l’imprenditore in aula c’era l’avvocato Enrico De Luca del foro di Terni. Antonini, difeso dall’avvocato Manlio Morcella, ha sempre respinto le accuse e dicendosi fiducioso nell’esito del processo. Il processo è stato aggiornato a novembre prossimo quando la parola passerà alla difesa.
© Riproduzione riservata