Partiamo da alcuni dati particolarmente significativi; in base percentuale, l’inquinamento dovuto agli inceneritori rappresenta a Terni il 4%, mentre quello dovuto al traffico il 42%, il restante è attribuibile a scarichi domestici e altri fattori. Non per sminuire le problematiche di impatto ambientale dovute all’incenerimento dei rifiuti, ma per comprendere come la qualità dell’aria sia una problema da affrontare in modo complessivo e diffuso.
In una conferenza stampa di questa mattina, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, l’assessore con delega all’Ambiente, Emilio Giacchetti e il tecnico che rappresenta il Comune alla Conferenza dei Servizi, Marco Fattore, hanno spiegato perché l’amministrazione ha dato e darà parere contrario al rilascio di nuovi permessi agli inceneritori Acea e Terni Biomassa.
Nello specifico Acea ha chiesto di poter bruciare nuovi ‘rifiuti speciali’, che non sarebbero altro che una frazione secca dei rifiuti urbani ordinari, diventati ‘speciali’ grazie a un diverso tipo di trattamento. Mentre l’Ex Printer ha chiesto nuove autorizzazioni per cambiare il ciclo di combustione.
Nella giornata di ieri, durante la Conferenza dei Servizi, il Comune ha espresso parere contrario per Acea, e lo stesso orientamento è stato confermato per quella di domani che riguarda l’Ex Printer, mentre sotto Palazzo Bazzani si svolgeva il sitin di protesta del Comitato No Inceneritori che replicherà anche domattina.
Il no del Comune – Va precisato che il parere dell’ente Comune è vincolante soltanto per la Conferenza Dei Servizi; in altre parole è un atto propedeutico che andrà a rinforzare la posizione della Regione, quando la governatrice Marini rappresenterà l’Umbria, il prossimo 9 settembre, alla conferenza Stato-Regioni per discutere del decreto Sblocca Italia. Nell’articolo 35 del decreto, infatti, si fa riferimento a nuove misure strategiche e necessarie in materia di smaltimento dei rifiuti sul territorio nazionale e, qualora il decreto diventasse attuativo nella sua totalità, i pareri di Comune e Regione sarebbero subordinati alla legge del Governo. La speranza dell’amministrazione è dunque che tutte le Regioni e i Comuni interessati dall’arrivo di nuovi rifiuti da smaltire, arrivino al tavolo con un ‘no’ deciso e possano far pressione sul Governo affinché venga rivista la mappa di smistamento dei nuovi carichi di incenerimento.
“Non devono esserci ulteriori carichi ambientali sulla conca ternana – è quanto affermato da Leopoldo Di Girolamo nella conferenza di questa mattina – grazie al piano nazionale per la prevenzione 2014-2018, al piano regionale della qualità dell’aria, le tematiche ambientali sono state riportate al centro dell’attenzione. Terni è il sito regionale e nazionale che è più sorvegliato da questo punto di vista, e con nuovi sistemi digitali tutti i cittadini possono monitorare i dati che riceviamo.
La Regione tende ad approfondire ulteriormente gli elementi di inquinamento – prosegue il sindaco – per poter eventualmente intervenire per una maggiore garanzia di sicurezza per i nostri cittadini. Secondo OMS, l’inquinamento nell’aria è il quarto fattore per il sorgere di determinate malattie. C’è la necessità di un approccio sistemico alla questione e abbiamo molto apprezzato la delibera regionale di lunedì che raccoglie questa indicazione che mette la conca ternana in un cono di osservazione.
Lo studio Sentieri (che si riferisce a dati tra il 1995 e il 2002) ci dice che ci sono alcune rilevanze dal punto di vista delle patologie che sono significativamente più alte rispetto ad altri territori simili. Dobbiamo indagare maggiormente – ha concluso il primo cittadino – sulla connessione tra determinate malattie e la qualità dell’aria nel territorio. La cattedra di Igiene dell’Unipg inizierà con uno studio epidemiologico per avere ulteriori dati che possano dimostrare questo nesso. Abbiamo preso impegni su diversi assi per rendere la nostra città sempre più salubre ed ecologicamente accogliente e superare un’idea che storicamente vede Terni come città inquinata”.
L’assessore all’Ambiente, Emilio Giacchetti, ha esteso la discussione anche alle altre forme di inquinamento presenti nella conca ternana: “In questi giorni il tema centrale è quello dell’incenerimento che si attesta al 4% nel totale dell’inquinamento del territorio. Partendo dai dati che in questi 3 anni hanno raccolto Arpa e Asl, abbiamo uno scenario di criticità diffusa. Ci sono i presupposti per stoppare le procedure di rilascio delle autorizzazioni per i due inceneritori di Terni: tutti i dati raccolti suggeriscono una riduzione delle emissioni. Questi impianti, in un territorio con le nostre caratteristiche idrografiche, orografiche e di storia economica, porterebbero uno stress ambientale e di paesaggio insostenibile.
Traffico, emissioni di altri siti produttivi, riscaldamenti – prosegue l’assessore – l’obiettivo è trovare una strategia per tamponare tutte queste criticità. Per il traffico abbiamo previsto un piano urbano della mobilità sostenibile. Per i riscaldamenti abbiamo previsto degli incentivi economici con un bando da 70mila euro per l’ammodernamento impianti di categorie residenziali.
Domani invece è un appuntamento fondamentale, ma non risolveremo il problema ambientale ternano”.
Altri aspetti sono stati chiariti dal delegato del Comune alla Conferenza dei Servizi, Marco Fattore: “Negli anni passati le armi a disposizione delle istituzioni erano circoscritte alla verifica in situ dei vari impianti; il cambiamento di rotta si è avuto all’inizio del 2015 con una sentenza del Consiglio di Stato sulle procedure di verifica. I Comuni infatti devono considerare anche studi scientifici di carattere generale. La salute del cittadino è superiore rispetto all’opportunità economica su un territorio. Attualmente abbiamo carenze dei dati sanitari, il nesso di causalità tra inquinamento atmosferico e insorgere di determinate malattie va studiato nel tempo. Tra qualche mese forse potremo avere dati per poter fare delle valutazioni più chiare”.
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