Carlo Ceraso e Carlo Vantaggioli
Una giornata come quella di ieri al Festival dei 2 Mondi se la ricorderanno in molti, non solo per l’intensità di alcuni momenti celebrati nelle più prestigiose sedi di Spoleto, ma per il ‘clima’ che, per la prima volta da un paio di decenni in qua, ha in qualche modo ricordato quello dei fasti menottiani. Sarà l’impegno degli sponsor tornati a ‘vivere’ la città, le orchestrine e i buskers che hanno riempito le vie del centro, le cene e i pranzi, di gala o meno, che si sono alternati in tutti e tre i week end di rappresentazioni riportando anche un barlume di finanza capitolina e meneghina a seguire la kermesse. E anche una certa formula che richiama quella voluta da Menotti, anche se ci si ostina a non ricercare e tentare di realizzare quel ‘laboratorio del nuovo’ (come lo ha descritto stamani Valerio Cappelli sul Corriere della Sera) che ha reso Spoleto celebre in tutto il mondo. Sotto il profilo degli eventi quella di ieri è stata la giornata più lunga
Fendi superstar con Sorrentino – in un incastro degno del più bravo orologiaio svizzero – peccato il Festival non offra le bombole di ossigeno per muoversi da una parte l’altra della città per seguire tutto – dopo il primo incontro di Mieli con la Escaplon, l’attenzione dei media si è spostata al Caio Melisso dove Carla Fendi ha simbolicamente restituito le chiavi dello straordinario teatro seicentesco, dopo i 3 anni di restauri compiuti dalla sua Fondazione che si è affidata ai maestri artigiani di Spoleto guidati dai professori Cesare Rovatti e Carlo Savi. Al professor Tommaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna alla Federico II di Napoli, il compito di presentare l’evento. “Carla Fendi è una mecenate pura, qui ha realizzato un atto di generosità raro, molto distante dalle sponsorizzazioni che vediamo nel nostro Paese peraltro mal gestite”. Un’impresa costata quasi 1 milione di euro che la Fendi ha voluto seguire personalmente in ogni singolo intervento. Subito dopo gli ospiti del Caio hanno assistito a un memorabile spettacolo, davvero degno del Festival, che ha visto all’opera i ginnasti della Reale Società Ginnastica di Torino per la coreografia di Alexandre del Perugia e la direzione artistica di Quirino Conti. Una rappresentazione che ha visto i ginnasti calarsi dall’alto creando voli immaginifici, sorprese visive e acrobatiche fantasie. Il momento clou è stato quando la giornalista Piera Detassis ha invitato sul palco il premio Oscar Paolo Sorrentino, vincitore della quarta edizione del Premio “Fondazione Carla Fendi”. “Quando tutto sembrava ormai riposare in una diffusa quiete minimale, e da ogni parte la nostalgia di un cinema d’autore finalmente sulle tracce di un passato gloriosissimo appariva come irrisolvibile, ecco spuntare Paolo Sorrentino” si legge in un passaggio della motivazione “Sorprendente. Con un passaggio totalmente nuovo e imprevedibile. Impastato di tradizione e inciso dall’ironia. Capace di strappare la narrazione cinematografica dal suo ‘piccolo’. Per lanciarla verso un titanico gigantismo: coraggioso, quasi funambolico. Così Sorrentino torna a far riassaporare la grandiosità di un cinema ormai dimenticato: frequentando gli ossimori, la contraddizione, lo stupefacente, il perfetto grottesco”. Al regista è stata così consegnata l’opera realizzata per il Premio dall’artista Sandro Chia.
Bilancio positivo – non c’è tempo quasi di pranzare perché alle 15 è attesa la tradizionale conferenza di chiusura. Ferrara si mostra come sempre soddisfatto e, a sentire cifre e numeri, deve esserlo: +15% di presenze per un totale che sfiora i 70mila spettatori (10mila più dell’edizione 2014). Incasso di poco superiore ai 600mila euro, in linea con quello precedente nonostante la nuova politica chiesta dal sindaco e presidente della Fondazione Fabrizio Cardarelli di tagliare il costo dei biglietti: “E’ andata molto meglio del previsto – ha detto Ferrara – a fronte dell’incasso del concerto finale che vale circa 1/3 di quello del 2014, il resto della programmazione ha registrato un aumento degli incassi di quasi 200mila euro. Abbiamo proseguito la politica dei 5mila biglietti ad un euro che sono andati via come il pane. Il nostro intento è stato quello di costruire un progetto volto al costante aumento della partecipazione e siamo gratificati dal tasso di occupazione nei teatri che è stato altissimo, e dalla presenza di tanto pubblico straniero. Siamo fieri anche della generale percezione di gradimento da parte del pubblico. E’ al pubblico che va il mio grazie più sentito. La stampa e i media hanno dato una grande attenzione al Festival: 340 articoli pubblicati, 235 su stampa locale e 105 su quella nazionale, oltre 1000 le uscite sul web. I passaggi sulle tv nazionali sono oltre 40, 512 i giornalisti accreditati, i risultati sui social sono importanti. Ogni giorno almeno 60mila persone hanno interagito con i media del festival”. Poi Ferrara ha rivendicato il suo ‘stile’: “Non mi stancherò mai di dirlo, questo è un appuntamento antico, ma che doveva rinnovarsi senza mai essere uguale a sé stesso. La sfida del nuovo festival è quella di emulare il modello storico, ma su un altro terreno: ancora gioco del talento, musica come architettura stilistica, opera, ma il tutto quando opportuno, in un quadro minimalista. Non abbiamo voluto essere oppressi dal grandioso, quanto piuttosto avere contenuti di qualità molto elevata. Questa edizione appena conclusa è stata l’ottava per me come direttore artistico, ma la prima di un progetto triennale che contribuirà in modo definitivo al rafforzamento della manifestazione”. La nuova politica ministeriale e la stessa candidatura di Spoleto a Capitale italiana della cultura 2016/2017 hanno imposto al Festival – fatto mai avvenuto finora –di programmare almeno gli appuntamenti più importanti della prossima edizione. “Inaugurerà l’opera di Mozart ‘Le Nozze di Figaro’ (nel 2017 sarà quindi il Don Giovanni, n.d.r.) sempre con la direzione del maestro James Conlon, l’orchestra Cherubini, la mia regia, costumi e scene di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Così fan tutte è stato un grandissimo successo con tutte le repliche esaurite, opera che inizierà a breve a girare l’Italia in tournee (Novara, Ravenna e Piacenza)”. Chiuso l’accordo anche per il Concerto finale 2016 che vdrà il celebre direttore Antonio Pappano guidare il Santa Cecilia. Ma non è tutto. Lo stesso Pappano ha chiesto e ottenuto la partecipazione straordinaria di Stefano Bollani. Dunque tutto bene stando ai dati forniti da Ferrara, anche se l’imponente macchina del Festival necessita di qualche aggiustamento in alcuni settori, a cominciare dal cerimoniale che quest’anno – non fosse stato per gli ospiti della Fendi e del Gruppo Hdrà di Luchetti e Parapini – ha lasciato a desiderare. Bene l’operazione del merchandising con i gadget dedicati al manifesto firmato da Botero che sono andati letteralmente a ruba e che porteranno ulteriori introiti nelle casse della Fondazione: i punti ufficiali sono da giorni sprovvisti sopratutto delle simpatiche t-shirt, gli ordini piovono a gogo ma non c’è certezza su nuove consegne.
L’accordo svelato – la parola è passata poi al presidente della Fondazione Fabrizio Cardarelli, che ha ringraziato Giorgio Ferrara “per come è stato capace di condurre il Festival nel tempo”. Spronato anche troppo da Ferrara a svelare l’accordo siglato con la Fondazione Roma di Emanuele Emanuele, ancora però al vaglio del Cda, il sindaco si è visto costretto a dare qualche anticipazione. Non è una novità: era già successo un paio di mesi fa quando il d.a. aveva reso noto che l’a.d. di Telecom Marco Patuano (ospite anche quest’anno del salotto di Mieli) avrebbe cablato gratuitamente la città del festival. Poco male per Cardarelli, uomo più attento al sodo che all’immagine. “Si tratta di un accordo che vedrà la Fondazione Roma finanziare gli eventi extra Festival, da maggio ad agosto per i prossimi 5 anni. Diventeremo così sempre più città dell’arte, dello spettacolo e della cultura e questo grazie alla sensibilità e all’amore che Emanuele Emanuele ha nei confronti di Spoleto. Abbiamo fatto anche un incontro molto importante con l’AD di Telecom; Spoleto fortunatamente ha molte persone che le vogliono bene come Mauro Luchetti. Tramite persone come lui si può arrivare a costruire rapporti e contatti sempre più importanti. L’obbligo che abbiamo è quello di far trovare una città sempre più accogliente, sempre più pulita, sempre più ‘in’. Ci stiamo provando la strada non è semplicissima ma siamo tenaci e ci crediamo molto”. C’è spazio anche per replicare alle polemiche per la chiusura del mercato delle briciole: “per il giorno finale del Festival le bancarelle non devono esserci – replica con voce ferma il sindaco -, certe scelte vanno fatte, sarò tacciato di decisionismo, e mi interessa poco, ma questa città ha il suo stile, un appeal particolare, soprattutto deve dedicarsi all’arte di grande livello e questa possibilità noi dobbiamo assolutamente sfruttarla. Ovviamente per questo motivo, il coordinamento artistico, visto che funziona così bene con il Festival, vedrà Giorgio Ferrara impegnarsi ancora di più. Creeremo questo legame perchè vogliamo che la città viva tutto l’anno, come recitava un vecchio cartellone all”ingresso di Spoleto Sud e dove qualche buontempone aveva aggiunto a penna “ Sopra-vive”. Noi vorremmo cancellare il sopra e tornare a vivere tutto l’anno sopratutto grazie all’arte. Abbiamo trovato chi ci da una mano. Abbiamo anche fatto un incontro molto importante con l’AD di Telecom. Spoleto fortunatamente ha molte persone che le vogliono bene, come Mauro Luchetti. Tramite persone come lui si può arrivare a costruire rapporti e contatti sempre più importanti. L’obbligo che abbiamo è quello di far trovare una città sempre più accogliente, sempre più pulita, sempre più “In”. Ci stiamo provando la strada non è semplicissima ma siamo tenaci e ci crediamo molto”.
Carla Fendi spoletina onoraria – alle 16 in punto la Sala del consiglio comunale ha fatto da cornice ad un altro momento importante, il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Carla Fendi. Entrata al braccio del sindaco, la stilista ha preso posto al centro dell’aula. Dopo i saluti del Sindaco, è stato il presidente del Consiglio comunale Giampiero Panfili a leggere le motivazioni che hanno portato il consesso a votare all’unanimità il prestigioso riconoscimento. La Fendi si è particolarmente emozionata e, dopo aver ringraziato le autorità, ha voluto dedicare questo momento al compagno della vita, Candido Speroni scomparso due anni orsono. “Ora io e Candido siamo cittadini di Spoleto” ha detto con la voce rotta dal pianto.
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