Un omaggio al compositore e musicista tedesco, Johann Sebastian Bach: sul palco del Teatro Morlacchi di Perugia ci sono due talenti, per la prima volta in anteprima mondiale. Loro sono Danilo Rea e Ramin Bahrami: quattro mani per due lunghi pianoforti a coda, l’uno di fronte all’altro. Incastrati come sono le loro dolci e semplici note. Così semplici da rendere piacevole lo spettacolo anche a chi è meno abituato ad una performance di musica classica, imponente per l’ispirazione bachiana, ancora più armonica grazie al fil rouge jazz. La versatile anima jazz è proprio Danilo Rea, con la sua eredità a stelle e strisce, tipica di chi ha avuto il privilegio di incontrare sul suo cammino solisti del calibro di Chet Baker e Joe Lovano. Tra le altre, i due hanno eseguito anche Aria sulla quarta corda e Primo preludio e fuga dal clavicembalo ben temperato. Amanti delle nuove scoperte, il pubblico li accoglie con favore, in un teatro pieno. Lo stesso patron Pagnotta incita i presenti non solo ad applaudire, ma anche ad alzarsi in piedi, per chiedere che i due maestri tocchino ancora le corde dei due Fazioli. A condurre sembra sia Ramin Bahrami, dall’orecchio più avvezzo alle note di Bach, di cui rimase folgorato sin da giovane, nella Persia di Reza Pahlavi: ma Rea gli sta dietro egregiamente, lo accompagna alla perfezione con i suoi virtuosismi, quando il maestro iraniano gli da il “la”.
Un concerto tenutosi in mattinata, con inizio alle 12, che fa vedere agli spettatori e ai turisti arrivati in città per la kermesse jazz, cosa diventi Perugia nonostante il caldo afoso di luglio. Infatti all’uscita dal Teatro, poco più in là, sul main stage in Piazza IV Novembre troviamo la sorpresa del presidente Renzo Arbore in duetto con una giovane Giorgia. Che canta e dice: “Come diceva il Manzoni, lo swing se non ce l’hai non te lo puoi dare”.
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