“Se vieni a casa mia ti faccio impazzire”, sarebbe stato questo uno dei messaggi inviati dalla professoressa ad uno dei suoi allievi che all’epoca dei fatti era ancora minorenne. Quel ragazzo, oggi maggiorenne, che secondo l’accusa turbato per i fatti lasciò la scuola media e si mise a lavorare, ha confermato il racconto di quegli episodi che sarebbero accaduti tra il 2009 e il 2010 quando frequentava in un istituto del perugino ed aveva appena 13 anni.
Il racconto del ragazzo è rimasto aderente alle accuse formulate dalla procura che oggi è impegnata nel processo davanti al collegio presieduto dal giudice Gaetano Mautone (Pazzaglia e Noviello a latere). L’accusa per la donna è gravissima: violenza sessuale su minore e secondo la procura ci sarebbero a suo carico “carezze e messaggi bollenti” diretti al ragazzo vittima di quelle presunte “morbose” attenzioni.