La Chiesa di Spoleto-Norcia ha vissuto due momenti di preghiera intensi, carichi di significato e di speranza: l’ordinazione presbiterale di Davide Tononi sabato 27 giugno nella cattedrale di Spoleto e quella diaconale del seminarista Luis Vielman lunedì 29 giugno nel santuario del beato Pietro Bonilli a Cannaiola di Trevi. Entrambi sono stati ordinati dall’arcivescovo Renato Boccardo.
Ordinazione presbiterale di Davide Tonini. «È un mistero di Dio quello al quale partecipiamo. È un mistero di Chiesa, di cui noi poniamo insieme il segno santificatore e operatore. È un mistero nel quale si concentra in tutta la sua grandezza e dinamicità la realtà stessa della nostra salvezza e il significato e il valore della presenza della Chiesa nel mondo». Con queste parole mons. Boccardo ha avviato l’omelia per l’ordinazione presbiterale di Davide Tononi, sabato 27 giugno nella Basilica Cattedrale di Spoleto. Con il Presule hanno concelebrato molti sacerdoti diocesani, i preti del Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Assisi dove Davide si è formato per sei anni, tra cui il rettore mons. Carlo Franzoni, il parroco del suo paese di origine, Desenzano sul Garda (BS). Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi umbri – coloro che fino ad oggi sono stati i “colleghi” del novello sacerdote nel percorso di formazione spirituale, umana e culturale -, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi. Presenti naturalmente i familiari di Davide, gli amici di sempre (quelli lombardi), quelli “acquisiti” (gli umbri) e tanti fedeli di Bevagna, la parrocchia dove da due anni presta servizio (da seminarista e poi come diacono), coadiuvando prima don Marco Rufini e ora l’attuale parroco della medievale città delle Gaite don Claudio Vergini. Davide era visibilmente commosso e non poteva essere altrimenti considerando che sabato 27 giugno 2015 è stato e rimarrà per sempre il giorno più significativo della sua vita, il giorno in cui ha detto definitivamente sì al Signore, divenendo un umile operaio della sua vigna. Nella maestosa Cattedrale spoletina il trentunenne originario del bresciano è giunto, come sottolineato dall’Arcivescovo, «con tutto il carico della sua povertà. Non è la sua preparazione – ha proseguito mons. Boccardo – che lo rende degno di questa iniziativa; non è la sua scienza teologica che lo rende capace del dono della sapienza dello Spirito Santo; non sono nemmeno le sue qualità umane e la sua bontà che lo abilitano ad accogliere e assumere la parola santificante e creatrice di Dio che ora sta per farlo diventare suo ministro per sempre. È solo la sua trepidante e consapevole povertà che può essere il terreno fecondo dell’abbraccio di Dio. Ed è solo nella misura in cui anche lui, come ogni sacerdote, come ogni Vescovo, come tutta la Chiesa, saprà di continuo riscoprire questa nudità dinnanzi al dono grandissimo e gratuito di Dio e saprà permanere in questo spirito di povertà, che sarà fecondo ed efficace il suo ministero». Il dono di un nuovo sacerdote è un mistero incommensurabile per la Chiesa, in questa caso per quella di Spoleto-Norcia, per l’anima e la vita del neo presbitero cariche dell’amore di Dio che diventa amore dei fratelli, nella carità. «Caro Davide – ha detto ancora mons. Boccardo – solo nella misura in cui saprai essere sempre fedele alla carità, che è amore di Cristo e si traduce nell’amore di comunione con la Chiesa tutta (dal Vescovo, al Presbiterio, al popolo di Dio), tu sarai fedele, umilmente, ma gioiosamente e costantemente, al mistero di povertà, di ricchezza e di amore che ora si compie dentro di te. Risuona dunque anche per te la domanda che Cristo ha rivolto quel giorno a Pietro, sulle rive del lago di Galilea: “Mi ami tu?”. E a noi pare di risentire da te in qualche modo l’esclamazione dell’apostolo: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene” (cfr Gv 21,15-17). Questa risposta, umile e trepidante, ti accompagni, come croce e come gloria, per tutta la vita e – ha concluso il Vescovo – faccia di te in mezzo a noi un segno credibile dell’amore di Dio».
Ordinazione diaconale di Luis Vielman. Lunedì 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, nel santuario del beato Pietro Bonilli in Cannaiola di Trevi l’Arcivescovo ha conferito il diaconato al seminarista Luis Vielman, nato 41 anni fa in Guatemala e giunto tra noi grazie alle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto presenti da tanti anni nel Paese sudamericano. Alla Messa, infatti, c’erano diverse religiose, tra cui la Madre generale suor Agnese Grasso. Luis, insieme a qualche altro ragazzo (uno sempre in Guatemala e altri in Africa) sta dando concretezza all’altro “sogno” del Bonilli dopo le Suore (sorte nel 1888): i missionari della Sacra Famiglia. Numerosi anche i sacerdoti concelebranti, tra mons. Carlo Franzoni rettore del Pontificio seminario regionale “Pio XI” di Assisi, dove Luis ha completato negli ultimi due anni la formazione avviata nel suo Paese, don Sem Fioretti (parroco di Cannaiola) e don Vito Stramaccia (parroco di Montefalco), dove ha svolto il servizio pastorale nei fine settimana. Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi umbri e da un gruppo di ministranti, mentre i canti sono stati eseguiti dalla corale di Cannaiola e da quella di Montefalco. Un collegamento streaming ha permesso ai familiari e agli amici di Luis di seguire la celebrazione dal Guatemala. «È davvero significativo – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – che nella celebrazione liturgica dei santi Pietro e Paolo, fondatori e patroni della Chiesa di Roma, si possa procedere all’ordinazione di chi al ministero apostolico viene aggregato e congiunto. Si manifesta in tal modo la continuità e la fecondità della Chiesa che ebbe dagli Apostoli del Signore Ia sua fondamentale struttura apostolica e sacramentale. E si illumina, al tempo stesso, la radicale dimensione di servizio nella carità e di evangelizzazione nella fede che è specifica missione del popolo di Dio. Carità ed evangelizzazione che proprio in questa chiesa sono state generosamente vissute e sono diventate il cammino quotidiano di santità del Beato Pietro Bonilli. Carità ed evangelizzazione che, decidendo di seguire Gesù Cristo alla scuola del Beato, tu, caro Luis, scegli come ideale e programma di vita». Il diaconato è il sacramento della carità e del servizio e di conseguenza «tu – ha proseguito mons. Boccardo – non aspiri a posizioni di prestigio personale o di dominio ma, in umiltà e generosità, poni tutta la tua vita a disposizione degli altri, per quell’amore a Cristo che deve dilatarsi ed espandersi verso tutti gli uomini, in una donazione quotidiana senza riserve e dissimulazioni. Questa, e questa soltanto, è e sarà la tua gloria, il tuo impegno, la tua ricompensa». Al termine della celebrazione Luis ha ringraziato e salutato i presenti: l’Arcivescovo, il rettore del Seminario, i “colleghi” seminaristi, i preti, le suore, i fedeli di Cannaiola e Montefalco, i familiari e gli amici del Guatemala. Mons. Boccardo, in ultimo, prima della benedizione finale ha annunciato che Luis sarà ordinato sacerdote nel Duomo di Spoleto sabato 19 dicembre 2015, anniversario dell’ordinazione presbiterale del beato Pietro Bonilli.