“Se quell’arma fosse stata in mano a Polizzi, il corpo avrebbe dovuto avere qualche frattura al braccio destro e le ferite che la vittima aveva alla testa non erano precedenti alla morte”. Sono questi in estrema sintesi i punti chiave della testimonianza oggi in aula del medico legale Walter Patumi chiamato a deporre nel processo per l’omicidio di Alessandro Polizzi ed il tentato omicidio di Julia Tosti.
Secondo il medico che fosse stato Alessandro ad impugnare la pistola, come la difesa degli imputati Menenti padre e figlio ha cercato di dimostrare, il braccio destro avrebbe dovuto assumere una posizione innaturale, tanto da provocarne la frattura.
Impossibile insomma secondo il medico legale che Alessandro impugnasse l’arma con la mano destra facendo partire un colpo che lo ha trafitto al petto. E con questa deposizione viene anche smantellata un’altra ricostruzione di Riccardo Menenti, quella cioè che riguarda le ferite alla testa di Alessandro. Durante la sua deposizione infatti il padre del tatuatore raccontò di essersi sentito afferrare alle gambe e di aver sferrato colpi a casaccio ma senza particolare violenza. Purtroppo però secondo il perito non fu così i colpi furono molti, una quindicina e sferrati con molta violenza. Altro particolare, furono inferti post mortem o contestualmente al decesso.