Quando nel gennaio 2010 l’allora procuratore capo di Spoleto Gianfranco Riggio raccontò i dettagli dell’operazione in una conferenza stampa, per giorni in città non si parlò d’altro. Otto arrestati, 4 stranieri e 4 spoletini, tutti giovanissimi, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Oltre a loro (6 finirono in carcere, 2 ai domiciliari), vennero indagate a piede libero altre cinque persone. Alcuni di questi non sono più parte in causa nel processo. Per gli altri si è tornati in aula ieri di fronte al collegio penale composto dai giudici Bellina, Anibaldi e Marzullo.
Intercettati e pedinati – Sono stati escussi due testi del Pubblico Ministero, due dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Spoleto che indagarono sui fatti, che hanno ripercorso le ore antecedenti gli arresti. Le indagini vennero condotte con l’ausilio di numerose intercettazione telefoniche e ambientali e pedinamenti, in merito ai quali i due militari hanno riferito. In particolare, è emerso di un debito di circa 1000 euro che una giovane spoletina (che ad oggi non figura nella lista degli imputati) avrebbe avuto con uno straniero, considerato il capo della banda, e del tentativo di un altro giovane spoletino di intercedere presso di lui per la ragazza. Ma le intercettazioni permisero anche di sequestrare parte dello stupefacente che gli imputati occultavano ai bordi della strada in luoghi particolarmente isolati. In una particolare occasione, ad esempio, vennero rinvenuti e sequestrati 20 grammi di cocaina in un astuccio per occhiali.
Si tornerà in aula a maggio – Le difese hanno rivolto diverse domande ai testimoni, sia in relazione alle identificazioni dei componenti della presunta banda che in merito ai rapporti tra questi. Si tornerà in aula il prossimo 7 maggio per ascoltare altre testimonianze.
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