Fino a pochi anni fa veniva considerata “la droga dei filippini“, perché il suo uso era limitato alla cerchia ristretta della comunità orientale. Poi le caratteristiche dello shaboo, una metanfetamina purissima, capace di tenere svegli e iperattivi per tutta la notte, l’hanno spinta anche negli ambienti delle discoteche più estreme. Somiglia al sale grosso da cucina. Ogni frammento di quei cristalli, però, ha una potenza dieci volte superiore alla cocaina e cosa che ne rende difficilissima l’individuazione è che questa sostanza non ha odore.
Nei giorni scorsi questa pericolosa sostanza è sbarcata anche a Perugia. Un’indagine romana, che ha coinvolto anche i carabinieri del Nas di Perugia, dove appunto i pacchetti contenenti più di mille dosi di shaboo (valore oltre i 50 mila euro) sono stati sequestrati. La procura di Busto Arsizio ha attivato le indagini, la droga attraverso un corriere ha viaggiato per posta fino all’Umbria dove è stata bloccata.
I militari travestiti da addetti alle consegne hanno atteso che i destinatari ritirassero il pacco e li hanno arrestati, arresto poi convalidato dal giudice ed ora in attesa di riesame. A finire in manette sono stati proprio due cittadini filippini che ora, difesi dagli avvocati Antonio Cozza e Nicodemo Gentile hanno chiesto di parlare.
Non è la prima volta che in Umbria viene sequestrata questa nuova sostanza, (guarda il precedente) ma un carico così ingente non era mai stato rilevato. Segno che i confini dello spaccio si allargano sempre di più. In contesti e ambienti che fino ad oggi non erano stati considerati come “sensibili” alle attività della lotta al narcotraffico. Sintetizzata per la prima volta in Giappone nel 1893, è molto diffusa tra Filippine e Thailandia. In gran parte, una droga “etnica”. Uno stupefacente ancora fortemente “settoriale”, che viene smerciato per lo più all’interno di comunità immigrate. Almeno fino ad oggi. Questo sequestro infatti farà alzare l’allarme anche verso la possibilità che si sia diffusa anche tra i giovani italiani.