Una serata agitata quella di ieri in Piazza Santa Marina a Castel Ritaldi, dove i cinque rioni del Comune si sono misurati nella più sentita tra le sfide minori della settimana del Palio, quella dei Giochi Popolari degli Uomini.
Tra prove tradizionali e sfiziose novità non sono mancate vibranti polemiche e sonore proteste, specie all’indirizzo del conduttore della serata, Messer Luca Terenzi, reo, secondo una buona fetta della Piazza capitanata dai ragazzi di Colle del Marchese, di eccessiva partecipazione nei confronti del suo rione di appartenenza. C’è da dire che il Terenzi, lasciato troppo solo dall’organizzazione, ha avuto il suo bel da fare a portare avanti la serata, dovendo non solo presentarla e moderarla, ma anche fare il notaio, il vigile, il giudice e il paciere in un contesto di gara ricco di episodi ambigui che hanno spesso generato e legittimato interpretazioni contrapposte e partigiane. Ad un certo momento gli animi si sono talmente infuocati che i Carabinieri della locale Stazione comandati dal Luogotenente Francesco Caccetta, hanno dovuto fare il loro ingresso in Piazza, ma fortunatamente è bastata la loro rassicurante presenza per riportare tutto alla normalità.
La cronaca della serata ha visto i cinque rioni confrontarsi, come prima prova, in un nuovo gioco a coppie che consisteva nello spostare da una parte all’altra della piazza con un pentolino un carico di sassi tale da spostare l’equilibrio di una bilancia contrappesata. Colle del Marchese con il tempo di 1’38” si aggiudicava la gara su Castel Ritaldi 1’55”, La Bruna 2’01”, Castel San Giovanni 2’08” e Mercatello 2’41”.
Come seconda prova la serata ha proposto un classico delle sfide popolari, la Corsa con le Botti, vinta da La Bruna con il tempo di 1’03” su Colle del Marchese 1’08”, poi Castel San Giovanni, Castel Ritaldi e Mercatello.
Fin qui tutto regolare, ma il terzo gioco, una nuova sfida, ben congeniata, basata sulla forza fisica, sull’agilità e sulla lucidità mentale di comporre un puzzle sotto sforzo, ma mal regolata da leggi forse un po’ superficiali, ha innescato il germe della contestazione. La Bruna ha portato a termine la gara per prima pur commettendo evidenti e ripetute infrazioni al regolamento, che era stato appositamente letto e spiegato più volte prima dell’inizio della gara. Colle del Marchese, invece, secondo per una inezia, aveva gareggiato correttamente. Ebbene il regolamento, pur vietando alcuni escamotage, di fatto sembra non sancisca alcuna penalizzazione per chi li commette e siccome la pur logica squalifica è sembrata ai commissari una pena eccessiva, i capi-rione si sono accordati per una soluzione “alla volemose bene” assegnando la vittoria a Colle del Marchese e un ex-equo al secondo posto a tutti gli altri.
Tale situazione, con l’inevitabile codazzo di proteste, urla e schiamazzi lasciava a fatica il posto alla gara di tiro con l’arco, che come da tradizione è stata stra-vinta dal rione Mercatello.
Non appena finita questa prova, però, veniva comunicata alla Piazza una nuova classifica per la prova del puzzle, in quanto la caporione della Bruna, probabilmente costretta dalle pressione di alcuni senatori, con un clamoroso dietro-front otteneva una revisione degli accordi precedentemente accettati.
Questa soluzione, probabilmente più rispettosa della precedente dal punto di vista dei valori agonistici espressi dalle squadre sul campo, getta più di un sospetto sulla democraticità di certe decisioni, specie di quelle da gestire all’emergenza e, almeno statisticamente, conferma che in tali frangenti i ai rioni più grandi vengono riservate maggiori attenzioni.
In questo clima acceso e surreale si arriva alla penultima prova, la classica corsa a tempo su tre mattoni, vinta da Castel Ritaldi con il tempo di 1’44” su Colle del Marchese (2’21”).
Si arriva così alla sfida finale, l’attesissimo tiro alla fune, con una classifica cortissima che vede in testa pari-merito La Bruna e Colle del Marchese con 26 punti e Castel Ritaldi in scia a 25 punti.
E’ a questo punto che succede di tutto: viene sbagliato il tabellone degli accoppiamenti per le singole manche della gara, viene convalidata una manche viziata da un probabile errore di posizionamento iniziale della fune, il rione vittima di tale ingiustizia (Colle del Marchese) si ritrova senza il suo legittimo rappresentante, pere andato via prima della fine della gara per impegni di lavoro all’indomani mattina, alcuni colliciani, senza averne la titolarità, si improvvisano capirione e guadagnano il centro della Piazza per rivendicare i loro diritti in maniera tutt’altro che civile, il presentatore battibecca con il pubblico gettando benzina su un fuoco già grosso e i Carabinieri intervengono a placare gli animi.
In tutto questo parapiglia si riesce a disputare la finale, vinta con merito da La Bruna su Castel Ritaldi, che così si aggiudica anche i Giochi Popolari ed il prezioso jolly ad essi correlato. Una vittoria meritata, che avrebbe brillato ancor più senza alcuni episodi che di cui un rione popoloso e potente come quello giallo-verde non avrebbe bisogno.