di Franco Faina (*)
Al primo mattino del 3 aprile u.s. mi giungeva per telefono, improvvisa, la notizia che la sera avanti, 2 aprile, era morto a Parigi il Generale di Corpo d’Armata Goffredo Canino, già Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, mio amico da lunga data. Il dolore che ho provato è stato (ed è) grande e so di certo che si fonde con quello di migliaia di persone, in prevalenza di quelle che hanno appartenuto o ancora appartengono alla grande Istituzione Difesa, dai Generali e Dirigenti civili fino agli Ufficiali dei gradi meno elevati, ai Sottufficiali, ai Graduati, agli ex Militari di truppa, agli Impiegati e agli Operai: questo immenso comune dolore, vivificato dal sentimento della gratitudine per le Sue opere nella vita terrena e dalla fiamma della speranza cristiana per la vita celeste, Lo accompagna e Lo avvolge come una nuvola di fiori profumati. Chi era il generale Canino?
Era anzitutto un Uomo dal cuore grande, il cui massimo piacere era quello di aiutare il prossimo, di risolvere i problemi che chiunque, generale od operaio, gli prospettasse; un Uomo che suggellava la Sua azione benefica con un abbraccio sincero e caloroso. Era un Ufficiale che dietro il tratto cordiale, aperto e semplice, schivo da ogni formalismo, particolarmente sentito e praticato nel mondo militare, celava una forte, sicura, profonda militarità, che, soltanto a chi lo frequentava spesso, si manifestava: dote questa che lo guidava sempre nella Sua azione di comando e che si traduceva in chiarezza adamantina degli ordini, sincerità e lealtà nei comportamenti e, sempre, adesione totale agli interessi dell’Esercito e quindi della Nazione.
Era uno studioso attento e scrupoloso delle “cose” militari, convinto fermamente che ogni azione pratica dovesse informarsi e rispondere alle più moderne e testate teorie in materia di organizzazione comando e controllo, naturalmente con sapiente adattamento ai vari possibili scenari nello spazio e nel tempo. Magistrali al riguardo furono nei primi anni novanta i Suoi tre saggi pubblicati sulla Rivista Militare “La Regola”, “Il Personale”, “I Mezzi”. Era una persona dotata di grande “humor”, che a volte non resisteva, con qualche amico, a sorridere su qualche consuetudine o singolo atteggiamento anacronistici che notava nella Istituzione di cui faceva parte, senza per questo nulla togliere alle gloriose tradizioni militari, anzi tenacemente valorizzandole nella loro essenza.
Era un Uomo dalla schiena dritta, che non aveva esitato, di fronte ad atteggiamenti ingiusti e a colpevolizzazioni altrettanto ingiuste di qualche Suo Ufficiale Generale da parte di certo potere politico e della grancassa mediatica dell’informazione, a dare dignitosamente le dimissioni e a trasferirsi a Parigi, imponendosi quindici anni di silenzio e di oblio, meno che con qualche Suo vero amico.
Ma anche in questi ultimi anni seguiva appassionatamente le sorti della Sua diletta Forza Armata e, come potrebbe testimoniare qualche Generale che a suo tempo ha ricoperto altissimi incarichi, ci coinvolgeva in studi e ricerche intesi a fornire un contributo alle Autorità politiche e militari responsabili.
Addio Goffredo, Ti saluto come Tu facevi sempre con i Tuoi amici “Con un fraterno abbraccio!”, Franco Faina
(*) Il Dottor Franco Faina è nato a Nocera Umbra (Perugia) il 13 maggio 1928 ed ha prestato servizio per 44 anni al Ministero della Difesa dal 1952 al 1996, ricoprendo, fra gli altri, gli incarichi di Direttore Generale delle Pensioni; della Leva reclutamento militarizzazione mobilitazione e dei Corpi Ausiliari; degli Impiegati. E’ stato Presidente del Nato Appeals Board, massimo organo di giustizia amministrativa della NATO e, per 25 anni, docente di Scienza dell’amministrazione alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Attualmente è componente del Consiglio dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana presso il Quirinale.