Sono passati 70 anni dal quel tragico 14 marzo 1944, quando a seguito di un rastrellamento tra Colfiorito e Cesi per ordine del prefetto Armando Rocchi, presente sul posto, furono fucilati dai fascisti quattro giovani partigiani, (Paolini Adriano, Sfasciotti Agelio, Conversini Domenico e Presenzini Alpinolo), mentre altri 27 furono imprigionati nel carcere di Perugia.
Adriano Paolini, era nato a S.Eraclio aveva 22 anni ed era studente universitario. Giovane di buona famiglia, conosciuto e stimato da tutti, aveva fatto la scelta della guerra partigiana , per liberare l'Italia dal nazi fascismo. A lui sono stati intitolati nel 1967 gli impianti sportivi di S. Eraclio.
E proprio da S. Eraclio, nel 70° di quel tragico avvenimento, è partito alla volta di Cesi di Serravalle del Chienti un gruppo cittadini, per tenere viva la memoria storica e rendere omaggio ai caduti del 14 marzo '44.
Ad aspettarli, davanti al monumento che ricorda quell'eccidio, c'era il sindaco di Serravalle, Gabriele Santamarianova che ha sottolineato il valore patriottico di quel sacrificio. I cittadini di S.Eraclio hanno issato una bandiera tricolore e deposto dei fiori davanti al sacrario.
Alla cerimonia sono intervenuti anche il presidente dell'Anpi di Foligno, Manlio Marini, la presidente dell'Aned, Maria Pizzoni, il parroco di S. Eraclio, Luigi Filippucci, il presidente della Comunanza agraria, Giacomo Committeri e il presidente dell'associazione sportiva dilettantistica S.Eraclio, Mauro Ferri.
Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Enrico Angelini, partigiano della Brigata Garibaldi, che aveva personalmente conosciuto Adriano Paolini.
In memoria di Paolini, a S. Eraclio, venerdì 14 marzo sarà inaugurata una mostra e verrà scoperta una lapide, per sottolineare il sacrificio di questo giovane, che ha perso la vita a 22 anni per liberare l'Italia dall'occupazione nazista e cancellare per sempre la dittatura fascista.