Jacopo Brugalossi
Lesioni personali colpose e favoreggiamento. Questi i reati di cui a vario titolo sono accusati sei rappresentanti di una ditta edile che nel 2009 stava eseguendo dei lavori in un cantiere a Cascia. A denunciarli un ex dipendente dell’impresa, muratore specializzato, che il 27 agosto precipitò da un’altezza di 4 metri mentre era intento a posizionare una lastra di copertura sul tetto di un capannone, riportando un importante trauma cranico e altre gravi lesioni per una prognosi complessiva di oltre 40 giorni.
Gli imputati – E’ accusato di lesioni personali colpose il titolare dell’impresa, un 55enne residente nella città di Santa Rita. Stando alla carte processuali furono la sua negligenza e imprudenza a causare la caduta del muratore. Le operazioni sul tetto del capannone sarebbero state eseguite senza il necessario piano di sicurezza, e soprattutto senza aver accertato prima le reali capacità del tetto di resistere al peso di più persone contemporaneamente. C’è di più. Stando al quadro accusatorio gli altri cinque imputati, anch’essi residenti a Cascia, avrebbero aiutato il titolare della ditta ad eludere le indagini delle forze dell’ordine sulla reale dinamica dell’accaduto. Avrebbero infatti dichiarato ai Carabinieri, contrariamente a quanto poi accertato dagli stessi, che dal momento dell’incidente all’arrivo delle pattuglie nulla era stato toccato, e che la vittima non aveva mai lavorato sul tetto bensì solo su un ponteggio situato all’interno del capannone.
Rinvio al 2015 – Dopo l’udienza filtro di oggi si tornerà in aula il 22 settembre 2015. Il giudice dovrà ascoltare due testimoni della difesa e ben 8 del pubblico ministero, che si è riservato anche la possibilità di nominare un consulente per una perizia tecnica sull’accaduto.
Incidente mortale – Risale solo a qualche mese prima un altro incidente sul lavoro, questo purtroppo mortale, in seguito al quale è finito alla sbarra il titolare di una ditta di autotrasporti di Teramo impegnata a Vallo di Nera. Stando al quadro accusatorio la sua negligenza e le omissioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro cagionarono la morte di un autotrasportatore. Quest’ultimo si mise alla guida di un trattore con semirimorchio che presentava un’avaria allo sterzo e in prossimità di una curva non riuscì a svoltare finendo dritto in una scarpata. Il suo decesso fu quasi immediato. L’accusa di cui deve rispondere il titolare della ditta è quella di omicidio colposo. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel processo, rinviato anche questo al 2015.
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