Vus, per l’assessore Napolitano “i Comuni non sono obbligati a scorporarla” - Tuttoggi.info

Vus, per l’assessore Napolitano “i Comuni non sono obbligati a scorporarla”

Redazione

Vus, per l’assessore Napolitano “i Comuni non sono obbligati a scorporarla”

Gio, 22/12/2011 - 10:08

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di Christian Napolitano (*)

Negli scorsi giorni, il Partito della Rifondazione Comunista, di cui faccio parte, ha manifestato la propria netta contrarietà ad ogni ipotesi di privatizzazione, anche parziale, della VUS spa, ritenendo che tanto il servizio idrico quanto quello di igiene urbana debbano rimanere interamente in mano pubblica, nel rispetto dei referendum del 12 e 13 giugno.
Sul punto sembra essersi aperto, sia pure in ritardo, un dibattito all’interno delle Istituzioni locali e tra le forze politiche del territorio: a questo proposito sento la necessità di dare un ulteriore contributo, affinché il confronto possa essere impostato correttamente, senza false rappresentazioni della realtà od errate interpretazioni della normativa vigente in materia.
Innanzitutto non è vero che i Comuni del territorio siano posti di fronte alla sola alternativa di bandire una gara per l’affidamento del servizio o per la cessione ai privati di almeno il 40% di “VUS rifiuti”, così come sembra prevedere l’art. 4 della Legge 148/’11.
Sia il servizio idrico integrato che quello di igiene urbana, infatti, possono (anzi, devono!) essere configurati come servizi privi di rilevanza economica, la cui gestione non ricade in alcun modo sotto la disciplina del già citato art. 4 L. 148/’11, ma è al contrario riservata (vista anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 272/’04) alla potestà legislativa regionale e, per il principio costituzionale del decentramento amministrativo, alle scelte delle autonomie locali.
La stessa giurisprudenza, a questo proposito, ha chiarito in maniera inequivoca come la qualificazione di un servizio “privo di rilevanza economica” non dipenda né dalla natura dell’attività del servizio stesso, né dal suo oggetto, né tantomeno dal fatturato, dai costi di gestione, dalle dimensioni del capitale impiegato ecc. Una stessa attività, infatti, per scelta politica dell’Ente locale, può essere configurata come “servizio a rilevanza economica” e, pertanto, gestito in maniera mercantile e sottoposto alla normativa a tutela della concorrenza, oppure “privo” di tale rilevanza e, perciò, gestito fuori dal mercato.
Sul punto è intervenuta di recente la stessa Corte dei Conti che, con parere n. 195/’09, ha ribadito come i servizi pubblici locali, come l’igiene urbana ed il servizio idrico integrato, possano tranquillamente essere qualificati come “privi di rilevanza economica”, tenuto conto della natura degli interessi pubblici e dei bisogni collettivi che le Istituzioni Locali intendono soddisfare.
Un servizio, infatti, può essere definito a rilevanza economica solo quando, perseguendo uno scopo prevalentemente lucrativo, le entrate percepite per l’attività svolta sono tese a rimunerare i fattori produttivi utilizzati, consentendo la totale copertura dei costi con i ricavi. Non può, al contrario, qualificarsi come attività economica la produzione di beni e servizi in cui la compartecipazione economica dei cittadini non si configura come il corrispettivo della prestazione erogata e in cui non vi è, pertanto, una copertura dei costi con i ricavi dell’attività.
In altri termini, si ha un’attività economica quando vi sono dei consumatori che acquistano una merce, pagandone il prezzo; si ha, al contrario, un servizio privo di rilevanza economica quando vi sono dei cittadini che si vedono garantire un diritto, anche se poi partecipano alla spesa attraverso il pagamento di una tassa e/o attraverso la fiscalità generale.
Non è vero, quindi, che i Comuni siano obbligati a scorporare la VUS spa e a privatizzare la costituenda “VUS rifiuti”: sono costretti a farlo solo se decidono di qualificare il servizio igiene urbana come “merce” da vendere ai cittadini per ricavarne un profitto. Altrimenti, possono benissimo configurare il servizio come “privo di rilevanza economica”, tornare alla TARSU (che, a differenza della TIA, è una tassa e come tale non rappresenta il prezzo della prestazione erogata) ed affidare la gestione del servizio alla Valle Umbra Servizi, senza bisogno di espletare alcuna gara.
Il percorso per mantenere interamente in mano pubblica la VUS, pertanto, è ancora aperto: con questo obiettivo sono convinto che sapranno impegnarsi fattivamente tutte le forze politiche del centrosinistra e le Istituzioni del territorio.

(*) Assessore alle politiche sociali, edilizia residenziale pubblica, servizi generali del Comune di Foligno

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