Si è conclusa il 28 giugno scorso la terza campagna di scavi di Torre Certalda, dove le indagini archeologiche hanno permesso di riportare alla luce parte dell'antico insediamento fortificato che nel Basso Medioevo, per la sua posizione strategica, fu teatro di violenti scontri tra i Comuni di Città di Castello e Gubbio.
Gli scavi, iniziati nel 2011, sono stati realizzati dall’associazione culturale Umbria Archeologica, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e in accordo con l’Università degli Studi di Perugia e con la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria nella figura della dottoressa Luana Cenciaioli, sotto la direzione scientifica della professoressa Donatella Scortecci, docente di Archeologia Medievale presso l'ateneo perugino.
Le indagini conoscitive hanno visto la partecipazione di circa 30 studenti provenienti da diverse università italiane, coordinati sul campo dagli archeologi Luca Boldrini ed Alessio Pascolini, e sono state possibili grazie anche alla collaborazione del Comune di Umbertide, che ha messo a disposizione le strutture dove sono stati ospitati gli studenti per tutta la durata della campagna, e di alcuni sponsor privati.
In occasione della chiusura della terza campagna, il sindaco Marco Locchi, accompagnato dalla professoressa Scortecci e dagli archeologi Boldrini e Pascolini, ha effettuato un sopralluogo al sito di Torre Certalda al fine di conoscere lo stato di avanzamento degli scavi che quest'anno hanno permesso di riportare alla luce l'antica struttura di un mulino ed un'area adibita alle sepolture.
L’attività di scavo 2013, protrattasi per tutto il mese di giugno, ha infatti permesso di ampliare la conoscenza topografica dell’insediamento, contribuendo a individuare aspetti prima incogniti o conosciuti solo in parte.
Nello specifico, nella porzione centrale dell’area è stata completata l’indagine di un vano la cui particolare articolazione interna, unitamente al rinvenimento di un frammento pertinente ad una grande macina in pietra, hanno consentito, in via ancora del tutto ipotetica, di riconoscere nella struttura un mulino. L’impianto produttivo, la cui esistenza risulta testimoniata anche dalle fonti scritte, doveva probabilmente essere destinato alla produzione di vino o di olio mentre sembra da escludersi l'ipotesi di un impianto per la produzione cerealicola, date le limitate dimensioni della struttura e l’esiguo spazio di manovra disponibile al suo interno.
Nella porzione meridionale dell’area di scavo è stata poi completata l’indagine di un secondo vano dove, al di sotto del piano pavimentale, sono state individuate tre diverse sepolture con cassa in muratura e copertura in lastre di pietra. Le inumazioni, tutte e tre vuote al loro interno, di piccole dimensioni, erano probabilmente destinate ad accogliere le spoglie di bambini. La destinazione d’uso del vano, posto nelle immediate vicinanze dell’ambiente riconosciuto come la chiesa di Sant'Andrea in castro, risulta però ancora incerta. Infine sono stati rivenuti numerosi frammenti ceramici di oggetti di uso quotidiano come piatti e vasi, frammenti di intonaco decorati con figure umane e alcune monete di bronzo.
Lo studio preliminare dei materiali ceramici ha documentato una frequentazione del sito che comprende al momento una fascia cronologica che va dal pieno Medioevo (XII secolo) al periodo rinascimentale (XVII secolo). Lo studio in corso permetterà, per la prima volta nel territorio di Umbertide, di documentare segnatamente per il periodo medievale un importante aspetto della vita quotidiana, nonché delle dinamiche di produzione e commercio dei manufatti.
L'auspicio dell'associazione Umbria Archeologica è che le indagini possano proseguire anche nel 2014, al fine di definire con ulteriore chiarezza quanto già individuato nelle prime tre campagne di scavo e di portare avanti la conoscenza dell’intero insediamento con l’ampliamento dell’area sino ad ora indagata.
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