Jac. Bru.
La notizia era nell’aria già da qualche settimana, ma solo oggi, quando all’ora della convocazione in tribunale non c’era traccia né dei responsabili delle aziende né tantomeno dei creditori, se n’è avuta la certezza. L’adunanza dei creditori delle aziende Ims e Isotta Fraschini è stata rinviata a data da destinarsi dal giudice Roberto Laudenzi. A questi ultimi, i commissari giudiziali (Marco Silvestrini per la Ims, Eros Farina per la Isotta Fraschini) avrebbero dovuto sottoporre il piano di ristrutturazione del debito avanzato dal Gruppo Casti, proprietario delle aziende. Solo dopo l’ok dei soggetti che detengono la maggioranza dei crediti, infatti, questo può diventare operativo.
Ghisa – Lo slittamento dell’udienza rappresenta l’ennesima mazzata sul futuro delle industrie, e di conseguenza su quello delle 300 persone che vi lavorano. Il ramo della ghisa (Ims), in particolare, è quello in maggiore sofferenza. Non hanno mai trovato conferma ufficiale, infatti, le voci che vorrebbero un gruppo di investitori israeliani fortemente interessato all’acquisto dell’azienda. Le interlocuzioni con un banca di Tel Aviv, citate anche nella documentazione consultabile sul sito internet del tribunale di Spoleto, non hanno ancora portato a nulla di concreto. E col persistere del fermo della produzione – il Cubilotto, forno più importante della fonderia, non è stato rimesso in funzione – anche le commesse più sicure potrebbero approdare presto su altri lidi.
Alluminio – Ma se Sparta piange, Atene non ride. Sembra infatti aver incontrato qualche ostacolo il piano di cessione del ramo dell’alluminio (Isotta Fraschini) ai francesi della Saint Jean Industries, i quali, a quanto pare, raggiunti dalle voci sul probabile slittamento dell’adunanza dei creditori, vorrebbero attendere l’esito della procedura di concordato prima di investire i propri capitali nell’opera di rilancio dell’azienda spoletina.
Debiti e risarcimenti – Ims e Isotta Fraschini sono indebitate per decine di milioni di euro. Scorrendo gli elenchi dei creditori ci si imbatte in banche, fornitori, associazioni di categoria, aziende telefoniche e di servizi, studi medici e legali, persino ristoranti ed enoteche. Sono divisi tra “privilegiati” e “chirografari”. Il piano di concordato prevede che i primi siano risarciti per interno, mentre i secondi in percentuali variabili. Alla Ims oscillano tra il 54 e il 59% nel caso di vendita dell’azienda e tra il 16 e il 21% se nessuno rileverà il polo produttivo. Distinzione che non viene applicata alla Isotta Fraschini, dove i creditori non assistiti da privilegio non potranno ottenere più del 9-12% dei crediti vantati. Bisognerà attendere ancora per sapere se da queste basi si potrà ripartire.
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