Subirà con ogni probabilità un rinvio l’udienza fissata per domani in merito alla vicenda ribattezzata “ipposcandalo”. Stando infatti a quanto trapela dal Palazzo di Giustizia, due giudici della collegio giudicante potrebbero presentare richiesta di astensione per motivi di opportunità, dal momento che avrebbero avuto rapporti di lavoro con uno degli indagati (l’ex assessore Colangeli che lavora appunto nel Tribunale di Spoleto). Se la notizia, ancora ufficiosa, dovesse trovar conferma si procederà alla sostituzione dei due magistrati che, con ogni probabilità, verrebbero sostituiti da altrettanti colleghi dei Tribunali umbri (Terni o Perugia). Intanto, ed è questa la notizia del giorno, l’avvocato Salvatore Finocchi (nella foto) ha rimesso il mandato ricevuto da Giuseppe Mannaioli, l’imprenditore che avrebbe dovuto realizzare l’ippodromo di Poreta. Non è dato sapere con certezza i motivi della decisione del legale di fiducia, ormai ex, che sarebbero comunque legati ad una certa ‘latitanza’ di Mannaioli. Finocchi avrebbe tentato più volte un contatto con il proprio assistito, senza però ricevere risposta alcuna. Il suo studio legale, invece, continuerà a seguire la difesa di altri due ex assessori della prima Giunta Brunini (Castellana e Bellini).
Occhi puntati dunque domattina sul Tribunale di Spoleto che vedrà sfilare anche gli altri componenti dell’ex Giunta: Calabresi, Zengoni, Cintioli e lo stesso sindaco Brunini.
Come si ricorderà ci sarebbero secondo la tesi accusatoria due livelli di presunte responsabilità: quello più ‘pesante’ vede coinvolti Brunini, Cintioli e Mannaioli. Il secondo livello riguarderebbe gli altri assessori, dirigenti e tecnici comunali e alcuni professionisti privati. Secondo la procura si sarebbe venuto a creare un vero e proprio disastro ambientale su tutta la zona interessata dall’opera di escavazione (quasi 30 ettari interessati da un 'buco' profondo più di 25 metri da cui sarebbero stati estratti 1,6 milioni di metri cubi di breccia) con “serio pericolo per la stessa incolumità pubblica”. Ammonterebbe invece ad oltre 7 milioni di euro il danno procurato agli enti proprietari del terreno fra i quali la Curia, la Regione e lo stesso Comune. Per gli inquirenti alcuni degli indagati avrebbero procurato un vantaggio economico alle imprese interessate (ca. 6 milioni di euro) compiendo più azioni illegittime fra cui quella di aver indotto in errore lo stesso Consiglio Comunale. Ancora da quantificare l'eventuale danno alle falde acquifere.
18 in tutto gli imputati i cui difensori sono pronti a dar battaglia per dimostrare l’estraneità dei propri assistititi. Solo domani si conoscerà il nome del nuovo legale di Mannaioli, l’ormai ex tycoon spoletino.