Città di Castello ricorda Peppino Impastato: a lui la Sala Giunta. Gli studenti protagonisti - Tuttoggi.info

Città di Castello ricorda Peppino Impastato: a lui la Sala Giunta. Gli studenti protagonisti

Redazione

Città di Castello ricorda Peppino Impastato: a lui la Sala Giunta. Gli studenti protagonisti

Mer, 12/12/2012 - 20:47

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La canzone dei Modena City Ramblers “I cento passi” è stato il motivo conduttore della giornata che Città di Castello ha dedicato a Peppino Impastato e alle vittime della mafia. Ha risuonato in molti dei video prodotti dalle scuole superiori durante l'incontro nell'Auditorium di Sant'Antonio a cui hanno partecipato il procuratore capo de L’Aquila Fausto Cardella e Maria Rosi, consigliere della Regione Umbria e membro della Com-missione Antimafia. Una frase de “I cento passi” ė stata scelta per la targa di intitolazione della Sala Giunta alla memoria di Impastato, “esempio” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta aprendo la manifestazione “della normalità che diventa eroismo in una terra dove la legalità non esiste. Peppino Impastato è una delle vittime della mafia; ce ne sono altre di altrettanto simboliche e innocenti ma abbiamo ritenuto che questo ragazzo, mosso da passione civica e dalla forza degli ideali, possa essere una figura in cui tutti possono facilmente specchiarsi. L’Amministrazione comunale di Città di Castello gli intitolerà la Sala Giunta, un luogo istituzionale per eccellenza insieme all’aula del Consiglio comunale, per ribadire da che parte stanno e lavorano le istituzioni, in quanto espressione diretta dei cittadini che li hanno scelti per il governo della città”. Quindi la proiezione dei filmati prodotti dai ragazzi sulla loro idea di mafia, su come l’ha conosciuta chi all’epoca di Peppino Impastato, assassinato nel 1978, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non era ancora nato.

“Che fare contro la mafia?” – Gli studenti hanno rivolto delle domande agli interlocutori, riassumibili in un concetto “Che fare contro la mafia?”. In primo luogo conoscerla perchè è l'unico modo per contrastarla” la ha detto il procuratore capo della Procura di L'Aquila Fausto Cardella “Poi occorre la repressione” ha aggiunto Cardella, ripercorrendo sinteticamente la storia della mafia, che per la prima volta ebbe un riconoscimento processuale “nel maxi processo istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il terzo elemento è la cultura: la mafia ha bisogno dell'ignoranza che porta all'asservimento, alla mancanza di consapevolezza. Le legalità deve essere un sentimento” ha spiegato Cardella, citando alcune parole d'ordine come la libertá e la denuncia desunte dai lavori dei giovani. “Un ultimo elemento è lo Stato ed in particolare lo Stato sociale perché la mafia spesso ha proliferato nella latitanza delle istituzioni e in assenza del ruolo di promozione umana e sociale, che sono chiamate a svolgere dalla Costituzione”.

“La morte di Peppino Impastato si pone in un momento difficile della storia italiana” ha ricordato Maria Rosi, consigliere della Regione Umbria e membro della Commissione regionale Antimafia “rileggere con gli occhi dei giovani quel periodo, ci aiuta a riflettere anche sulla nostra visione, condizionata dalla stagioni drammatiche che abbiamo visto e che inconsapevolmente ci instillano un certo fatalismo circa la sua eternità. Invece dobbiamo dire no alla mafia e voce alta. La mafia scopre l'Umbria perchè è una regione silenziosa e laboriosa, dove la mafia astuta e dinamica cerca zone franche per annidarsi destare sospetti od allarme sociale. Noi come commissione abbiamo creato un osservatorio che si aprirà anche alle scuole perchè deve essere la legalità il nostro strumento e insieme l'istruzione che è la chiave per emanciparsi da ogni schiavitù compresa quella della mafia. Prima di comprare una canna, riflettere sul fatto che alimen-tate la mafia”. All’iniziativa è intervenuto il vicesindaco Michele Bettarelli, che ha parlato della trasversalità della lotta alla mafia, che i giovani percepiscono come un elemento estraneo al corpo sociale”, l’assessore Luca Secondi, per il quale “andare contro la legalità è inutile oltre che dannoso e per questo è necessario che ognuno, nei singoli comportamenti quotidiani, dica no al compromesso, perché i diritti, a qualunque livello, non diventino privilegi”. Mauro Alcherigi, assessore alle Politiche scolastiche ha sottolineato la coralità con cui l’Amministrazione comunale ha organizzato la giornata, mettendo a sistema iniziative diffuse sul tema, che è nelle corde di tutto il consiglio comunale, in modo da creare un evento unitario e coerente, la giornata contro la mafia che stiamo celebrando, grazie al protagonismo dei giovani, chiamati non ad ascoltare ma a dialogare e a porre, per così dire, l’agenda setting”.

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