Francesco Balucani

Sarebbe superfluo rimarcare una volta ancora quanto il Perugia Calcio stia attualmente soffrendo un periodo di apparente declino. Gli ultimi novanta minuti disputati in quel di Sorrento hanno offerto uno spettacolo povero e sgraziato. I grifoni sembrano incapaci di operare in simbiosi, ostentando piuttosto una malmessa macchina dagli ingranaggi poco oliati. Che l’allenatore si chiami Battistini o Camplone, le differenze non si palesano affatto. Eppure, mostrando un bonario relativismo, c’è da dire che i biancorossi perdurano come una giovane matricola posizionata nel mezzo della classifica, scaraventata – questo è dovuto – nei meandri di una categoria difficile e popolata di società con pluriennale esperienza, e rinnovata con intensa incisività. Ogni giudizio eccessivamente severo appare velato di ipocrisia. Come molto spesso accade, cambiando il punto di vista si scoprono realtà diverse, sfaccettature che prima non si era in grado di percepire. La società umbra possiede un solido progetto, delle aspettative mirate e fondamenta notevoli. Questo nuovo ciclo è agli albori e l’epilogo non può essere previsto con superficiale disincanto. Tutto sommato, la crisi sembra sopravvalutata.
La conferenza stampa
Si avverte un’insistente pioggia battere con foga fuori dalla sala conferenze del ‘Curi’. Sono circa le cinque del pomeriggio (di ieri) e Santopadre inizia a parlare incurante del rumore: “Oggi vorrei partire con qualche chiarimento. Le mie parole sono indirizzate specialmente verso coloro che ci hanno sostenuto nel momento nel nostro arrivo – mio e di Gianni. Vorrei cominciare con il concetto ‘tutto subito’, legato, si sa, ad ingenti investimenti, grandissimi sogni e enormi rischi. Non sempre con spese folli si vince nel calcio. L’attuale esperienza di molti celebri team ce lo sta dimostrando. E’ il campo che deve determinare la vittoria o la sconfitta, in tutte le categorie e situazioni. Io e Gianni (Moneti n.d.r) volevamo un progetto volto al raggiungimento della serie in tre anni, desideravamo ricostruire le fondamenta della squadra e restituire al Perugia una categoria degna del nome. Questo è un progetto a lungo termine che, lo ribadisco una volta ancora, permane. Sto sentendo troppe chiacchere e lamentele non sempre giustificate che danno fastidio. Quest’anno non dobbiamo necessariamente approdare alla serie B. Stiamo ovviamente lavorando perché questo accada, ma è e resta un’incognita non priva di speranza. Non dobbiamo esasperare gli animi e far diventare il calcio – questo gioco meraviglioso – un problema vitale. Nel gioco si vince e si perde. Noi ora stiamo perdendo… me ne rammarico. Ma stiamo facendo tutto il possibile per risollevarci. Non voglio mai più dover tornare su questo concetto in futuro. Diventerei logorroico. Prego tutti affinché pensino prima di parlare. Richiamo ognuno di voi alla coerenza (appello indirizzato ai giornalisti nella fattispecie n.d.r). Vi esorto ad attendere prima di sentenziare. Il campionato è cominciato pochi giorni fa e noi siamo tuttora una matricola, una neo-promossa. Se oggi sono qui è perché c’è bisogno di ricompattarci. C’è bisogno di calma e pazienza. Noi siamo pronti a qualsiasi evenienza ed in ogni momento operiamo affinché la squadra possa essere promossa. Se non si riesce, riproveremo… anno dopo anno.”