Alessia Chiriatti
Gli agenti della Guardia Forestale di Gualdo Tadino e del Comando di Scheggia e Pascelupo hanno messo i sigilli alla discarica di Fabriano, vicino Ancona: l'accusa proviene direttamente dalla Procura del capoluogo marchigiano, ed in particolare dalla locale Direzione distrettuale antimafia. La discarica, nella cui gestione sarebbero coinvolti altri 287 soggetti, sia italiani che stranieri, avrebbe avuto a che fare con lo smaltimento abusivo di ingenti quantità di rottami ferrosi, dal quale avrebbe ricavato profitto in maniera illegale.
La filiera – Ricevere, trasportare, cedere: questo il procedimento tramite il quale la discarica avrebbe agito nel meccanismo illegale di ricezione e smaltimento dei rifiuti ferrosi. Il guaio sarebbe già all'origine: chi raccoglieva e trasportava i rifiuti ferrosi era sprovvisto della giusta autorizzazione prevista per legge. Secondo la Procura, poi, la ditta di Fabriano era a conoscenza della provenienza dei rifiuti, non accompagnata dalla giusta documentazione, ma nonostante ciò provvedeva comunque a riceverli e rivenderli a terzi. Ora il rappresentante legale della ditta è indagato per “violazioni alla normativa in materia fiscale e di quella per la Salvaguardia e Tutela dell’ambiente”.
Le indagini erano iniziate già nel 2009. Sarebbero poi cospicui anche i numeri dell'operazione: si tratterebbe infatti di rifiuti smaltiti nel periodo tra il 2007 e il 2010, per circa centomila quintali e per due milioni di euro di guadagno.
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