Come fosse una città sommersa. La stagione molto secca, che non ha permesso un adeguato riempimento dell’invaso, il massiccio utilizzo di acqua per l’irrigazione delle coltivazioni e i pescaggi fatti dagli elicotteri per spegnere i numerosi incendi divampati nello spoletino e ternano hanno riportato alla luce dal bacino idrico della diga di Arezzo alcune porzioni delle vecchie case che sorgevano proprio lì dove oggi c’è l’acqua. Si tratta di costruzioni grezze, fatte di sassi ammassati uno sopra all’altro, ma che comunque evocano ricordi e sensazioni particolari e forse anche un po’ misteriose, specialmente in coloro che abitano quelle terre da tanti anni.
Si ringrazia il signor Carlo Fiorelli per la segnalazione e le foto inviate alla redazione