Altro che usurpato e messo all’angolo. “Francis Menotti conosceva bene il piano avviato dal Ministro Rutelli ed era al corrente delle trattative in corso; trattative che ha fatto seguire personalmente al titolare di un noto studio legale di Roma di sua fiducia”. E’ quanto ha commentato pochi minuti fa un alto funzionario della Capitale che sta seguendo l’affaire Festival, raggiunto telefonicamente da Tuttoggi.info. Sembra infatti che Menotti abbia posto una condizione economica pari a 1 milione di euro, euro più, euro meno. Altro che usurpazione. appare così più comprensibile il comunicato emesso dallo staff del ministro che ricordava come “Fondazione e Comune avessero ritenuto ritenuto eccessivamente onerose ed incompatibili con le responsabilità di pubblici amministratori le richieste formulate”. Nel dettaglio Menotti avrebbe richiesto un appannaggio di 400mila euro per 15 anni, più il venticinque per cento degli incassi derivanti da sponsor e biglietteria. Insomma un gran bel vitalizio, non c’è che dire. Soprattutto se, come pare, il Festival sarà destinato ad esser rilanciato grazie ad un budget non inferiore a 8 milioni di euro, contro i 3,8 milioni di quest’ultima edizione (peraltro inferiore di 1,2 milioni rispetto al Festival 2006). Insomma Menotti c’avrebbe provato. Un po’ come si fa al mercato. Forse sperando di poter esser così convocato a Palazzo e ‘trattare’ il prezzo. Ma gli sarebbe andata male perchè stavolta lo Stato, sì lo Stato, ha fatto quadrato e quella offerta è stata respinta al mittente senza possibilità di….ribasso. Chiuso, stop, finish. Punto e basta. D’altra parte nessuno disconosce i grandi meriti del Maestro Giancarlo Menotti (meriti che non possono esser menzionati in nessun asse ereditario), ma neanche ci si dimentica dei tanti sforzi fatti dalla collettività spoletina. Costretta a pagare fino al prossimo 2013 il mutuo contratto per salvare il Festival già qualche anno fa: che fa qualcosa come 256mila euro all’anno. Che Menotti ha dimenticato magari di portare in detrazione dalle sue nuove pretese economiche. “Se vuole – dice a TO® il funzionario – può sperare in una collaborazione. Quella sì, magari ben retribuita, ma nulla di più”. Per il resto si continua a lavorare per il rilancio del Festival, anche se non mancano le critiche ad una gestione che rischia di essere troppo vincolata alla burocrazia e alla politica. Tecnici, manager e politica sono al lavoro per ridefinire il nuovo assetto della Fondazione e dei suoi organi collegiali. Si starebbe pensando di creare una struttura, sempre sotto il controllo della Fondazione, in grado di gestire il Festival. Magari ricorrendo anche ad una gara ad evidenza pubblica. Non manca neanche, come in ogni ‘affaire’ che si rispetti, un piccolo ‘giallo’: non è sfuggito ai più come nel comunicato del Ministro, scritto davvero in punta di forchetta, si sia evitato in ogni modo di menzionare il “Festival dei Due Mondi”, fermandosi ad un più modesto “Festival di Spoleto”. L'Associazione presieduta da Francis, forse per non sbagliare, ha il sito spoletofestival.it (fermo al 15 luglio scorso) dove compare in bell'evidenza nella home page 'Festival dei Due Mondi'.
Già, di chi è il logo? Di chi è il marchio? Al Palazzo non hanno dubbi: “sono nostri, sono dello Stato”.