Un amore meraviglioso, granitico come la pietra, indissolubile, quasi irreale (ai giorni nostri). E’ quello di Anna e Edo, i protagonisti del libro di Roberto Cotroneo – Questo amore – riscritto per il teatro dallo stesso autore e portato in scena da Matteo Tarasco. Ieri la seconda e ultima messa in scena all’Auditorium della Stella. Alzi la mano chi non vorrebbe un amore così sincero e devoto, leggero e intenso, pur nel tormento che la vita riserva ad ogni coppia. Che si chiami Orfeo e Euridice, Tristano e Isotta o Renzo e Lucia. Anna (Laura Lattuada, semplicemente straordinaria) è la donna e moglie di Edo: lei professoressa che impartisce lezioni private, lui ex calciatore con la passione per la lettura e il sogno nel cassetto di aprire una libreria. Non c’è bisogno di una licenza scolastica per ottenere quella commerciale, ma Edo vuole quel diploma di liceo classico per “imparare a leggere i libri” che venderà. L’amore sboccia sui libri e continua fra le gioie e i dolori del quotidiano, fra gli impegni per la figlia Margherita e quelli della libreria che la coppia riuscirà ad aprire. La scena si apre con Margherita che implora la madre di risvegliarsi dal coma in cui è caduta da 23 anni per un incidente in bicicletta. Per il mondo non può parlare, né vedere, né sentire. Ma Anna è viva, la sua memoria è viva, tanto da attendere il ritorno del suo amore, da alimentare il loro sentimento, da veder crescere la loro figlia. E’ la memoria che la lega indissolubilmente a Edo al punto da mantenerla in uno stato di incoscienza che le consente di parlare, di toccare e vivere il suo Amore. Per uno strano scherzo del destino si risveglierà proprio quando Edo sarà morto. Il linguaggio semplice, usato da Cotroneo anche per la versione teatrale, cattura il pubblico lungo tutta la storia dei tre protagonisti senza far mai immaginare il finale che sorprende e commuove. Non è un caso che ad accompagnare lo spettacolo siano le note di Time after time, la ballata di Cindy Lauper del 1984 il cui testo in qualche modo sintetizza ed esalta il testo di Cotroneo. Bella la prova di Massimiliano Vado (Edo) e Laura Garofoli (Margherita), come pure lo spazio scenico, semplice ma di grande impatto emotivo (sul palco sono sistemati un letto d’ospedale, una sdraio una libreria e una stellina blu). Da dimenticare invece l’acustica, per questo spettacolo che avrebbe meritato ben altra collocazione fra tanti teatri del Festival.
Carlo Ceraso
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