di Claudio Bianchini
Quando anche pagare la retta dell’asilo nido per i propri figli, diventa un lusso che non ci si può più concedere, allora significa che la situazione comincia a diventare davvero drammatica. Ma purtroppo è questa la fotografia che emerge da una prima valutazione compiuta dagli uffici comunali, in base alle domande d’iscrizione pervenute all’indomani della chiusura del bando, avente come termine lo scorso 31 maggio. E così i bimbi folignati se ne resteranno tra le mura domestiche con la mamma – o con il papà – che non hanno lavoro o che – ancor peggio – hanno avuto la sfortuna di perderlo. La mazzata economica e sociale che strangola il Paese comincia a farsi sentire pesantemente pure al centro del mondo. I dati che emergono fanno registrate una netta flessione delle domande. Sino all’anno scorso il totale delle richieste era ancora molto elevato, ne pervennero per l’esattezza 343 riguardanti tutte le fasce d’età: dai tre mesi ai tre anni. A dire il vero un lieve decremento venne rilevato, ma più che altro legato alla concorrenza delle strutture private, segnale però di un certo benessere ancora diffuso. Il 2012 fa invece registrare un crollo di circa il 20% ma per le cifre ufficiali ci sarà da attendere ancora una settimana. L’assessore all’Infanzia Maria Frigeri, esprime alcune valutazioni: “sembrerebbe che il dato di Foligno sia in linea con un trend che si riscontra sia a livello regionale che nazionale – spiega – il fatto è che molti giovani purtroppo restano a casa, essendo disoccupati o cassintegrati, spesso purtroppo proprio perché hanno perso il posto di lavoro. In qualche modo cercano di mettere a frutto questa situazione e tengono a casa i propri bambini, c’è quindi chi non ha più bisogno del servizio, ma anche chi non vuole affrontare delle spese che, seppur limitate – fa notare la Frigeri – incidono comunque sui già magri bilanci familiari”. I ‘figli della crisi’ tornano così tra le braccia dei genitori, dei nonni o di amici di famiglia disposti ad accudirli. Al crollo delle domande si risponde almeno con un incremento della solidarietà.