Sono stati fissati per venerdì mattina, a partire dalle ore 9, gli interrogatori dei cinque spoletini arrestati questa mattina dai Ros su ordine della procura della repubblica di Spoleto. E' quanto trapela in questi minuti da fonti vicine alle famiglie dei cinque ragazzi. L'inchiesta è condatto dal procuratore capo Nicola Mariano e dal sostituto Manuela Comodi.
OPERAZIONE BRUSHWOOD: I PRESUNTI TERRORISTI SI INCONTRAVANO NEI BOSCHI DI SPOLETO – La Lorenzetti ringrazia carabinieri. Fabiani “operazione sproporzionata rispetto ai reati contestati”. Gli aggiornamenti
Operazione Brushwood: così è stata ribattezzata l’inchiesta culminata questa mattina con l’arresto di cinque persone, 4 ventenni e un quarantaduenne, tutti spoletini. E non è un caso che gli inquirenti hanno preso dal vocabolario inglese il termine ‘brushwood’, ovvero boscaglia perché, secondo loro, i cinque si sarebbero ritrovati nei boschi dello spoletino per “organizzare e portare a termine atti di violenza con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico”. Insomma i cinque, ma l’inchiesta vede coinvolta una sesta persona al momento denunciata in stato di libertà, avrebbero costituito una cellula appartenente alla Coop-Fai (Contro ogni ordine politico – Federazione Anarchica Informale). In tarda mattinata la conferenza stampa del procuratore capo di Perugia Nicola Miriano. Con lui, il sostituto procuratore Manuela Comodi, il comandante dei Ros Giampaolo Ganzer, il generale Roberto Paschetto comandante dei carabinieri della Regione Umbria e il colonnello Carlo Corbinelli. “La cellula – ha dichiarato il generale Ganzer – riproponeva in Umbria le stesse campagne e le stesse tematiche sviluppate, con attentati, anche in altre regioni italiane. Stava, inoltre, programmando un salto di qualità con delle azioni di pericolosità ancora maggiore. L'esperienza ci ha portato a pensare che sarebbe passata da incendi e danneggiamenti all'uso di ordigni esplosivi ad alto potenziale, con dannosità anche alle persone”. Di “pesanti indizi di colpevolezza” parla il procuratore Miriano che ha affermato come il “risultato conseguito è merito dell’impegno di tutta la procura, magistrati e non”. Ora, secondo gli inquirenti, non rimane che approfondire quale tipo di collegamento vi fosse fra la cellula e la Federazione anarchica”. La procura si è avvalsa di una norma che non consente agli accusati di incontrare subito i rispettivi avvocati. Intanto arrivano i primi commenti alla notizia del blitz che ha letteralmente impressionato la città di Spoleto. Prima fra tutti la presidente della regione Maria Rita Lorenzetti che ha ringraziato “la procura e i carabinieri che tempestivamente hanno portato a termine il loro lavoro; l'ho detto allora, 20 agosto e lo ripeto adesso non e' da sottovalutare, ma l'Umbria con un saldo tessuto democratico e civile vede queste cose come estranee”. Dicevamo della città del festival, svegliatasi oggi con il rombo dell’elicottero dei Carabinieri che sorvegliava dall’alto il blitz. Decine i militari impegnati nell’operazione. A mezzogiorno si è tenuta la conferenza stampa del consigliere comunale Aurelio Fabiani, il papà di uno degli arrestati, che ha denunciato come sia “spropositata l’operazione condotta dalla procura, con decine di mezzi e uomini, manette e mandati di perquisizione quando abbiamo poi letto quei reati contestati che, oltre a dover essere provati, non sembrano proprio dimostrare l’appartenenza di questi ragazzi a gruppi terroristici”. Tanti i giornalisti presenti così come alcuni consiglieri comunali quali Fabio Pinchi, Giampiero Calabresi e Carlo Calandri che hanno voluto così manifestare la loro solidarietà al collega elle famiglie dei ragazzi. Ma alla conferenza c’erano anche i genitori di altri due ragazzi. Lucio Polinori, il papà di Dario, racconta che il figlio, quando ha visto dallo spioncino del portone degli uomini con il passamontagna sul volto, che dicevano di essere carabinieri, avrebbe chiamato proprio il 112 per sapere se poteva aprire la porta. Ma dice anche di aver saputo che il proprio figlio, nel corso della perquisizione, sarebbe stato malmenato dai militari. Resta in silenzio invece il papà di Fabrizio Reali. Tante le domande che assillano i genitori in questo momento. Perchè quattro di loro sono incensurati, alcuni studiano, altri lavorano e non hanno mai avuto problemi con la giustizia. I reati contestati sono gravi, certo, ma non tanto da giustificare un intervento come quello messo in atto questa mattina. I Ros hanno sequestrato computer e documenti, ma non hanno trovato alcuna traccia di armi. “Hanno portato via anche documenti che ho scritto trenta anni fa – dice Aurelio Fabiani – che in nessun modo possono essere collegatia mio figlio. So molte cose e fatti di questa città, ma di sicuro questi ragazzi non c'entrano nulla con il terrorismo. Farò e faremo di tutto per riportare in libertà i nostri ragazzi, spero senza un solo graffio”. Ma forse i giudici non hanno detto tutto ciò che sanno per non inficiare una inchiesta che sembra destinata ad allargarsi su tutto il territorio nazionale. Da Napoli intanto sta arrivando l'avvocato Trupiano che, insieme al collega Carmelo Parente del foro di Spoleto, è stato nominato legale di fiducia di Michele Fabiani. Forti le prime dichiarazioni dei due avvocati che hanno commentato il divieto di incontrare il ragazzo come “lesivo del diritto di difesa, oltre che offensivo per l'intera avvocatura. Se si teme che gli avvocati possono 'inquinare' leprove recandosi a colloquio col proprio assistito, lo si dica chiaramente. L'intero quadro indiziario non è connotato dalla gravità, precisione e concordanza degli indizi, invero piuttosto evanescenti, se limitati alle intercettazioni telefoniche. La nostra per il momento non si può chiamare 'difesa'”. Non si conoscono al momento i legali degli altri ragazzi. 23.10.2007 h. 17:16
MINACCE A BRUNINI E LORENZETTI, INCENDI A CANTIERI E DANNEGGIAMENTI: ECCO LE ACCUSE MOSSE AI CINQUE SPOLETINI. Fra poco la conferenza stampa di alcuni genitori. Aggiornamento h 11:55
Trapelano ora i nomi dei cinque giovani arrestati alle prime ore dell’alba dai carabinieri dei Ros al termine del blitz coordinato dai procuratori Mariano e Comodi del tribunale di Perugia: si tratta di Damiano Corrias, Andrea Di Nucci, Michele Fabiani, Fabrizio Roscini Reali e Dario Polinori. Tutti ventenni, ad eccezione di Fabrizio Reali, di 42 anni, figlio dell’ex comandante della polizia municipale di Spoleto. Fra pochi minuti si terrà la conferenza stampa indetta dal consigliere comunale Aurelio Fabiani, il padre di Michele, ed alla quale sembra prenderanno parte anche i genitori di due degli altri ragazzi coinvolti nell’inchiesta che avrebbe sgominato una cellula anarco insurrezionalista denominata Coop Fai e già attiva in Italia dal 2003. Tante le accuse contestate, a vario titolo, ai cinque giovani. Si va dall’incendio all’impianto elettrico di un cantiere edile della società Zaffini a quello all’impianto elettrico dell’edificio di Via della Posterna (ribattezzato Mostro delle Mura e finito nei giorni scorsi nel mirino delle Iene), al danneggiamento di alcune macchine operatrici utilizzate al Giro della Rocca dalla ditta appaltatrice dei lavori di mobilità alternativa. Ma le accuse riguardarebbero anche alcune minacce rivolte, con scritte sui muri, al sindaco Massimo Brunini e a due carabinieri della compagnia di Spoleto. Il reato più grave è però quello che sarebbe contestato a Fabiani, Reali e Di Nucci ritenuti dai magistrati gli autori della lettera anonima inviata alla governatrice Lorenzetti ed all’interno della quale era stato messo un proiettile. I cinque non avrebbero mai agito tutti insieme, ma in gruppi di due o tre per volta. Queste almeno le accuse, anche se i legali attendono ora di conoscere le prove in mano ai Ros. I cinque si trovano ora a Perugia a disposizione degli inquirenti che li starebbero già interrogando. Più tardi gli aggiornamenti su questa inchiesta e sulla conferenza stampa dei genitori.
SONO TUTTI SPOLETINI GLI ARRESTATI DAI ROS NEL BLITZ DI QUESTA NOTTE – Fra loro un 40enne e 4 ventenni. Uno è figlio di un consigliere comunale. Accusati di aver spedito alla Lorenzetti la lettera contenente un proiettile. Aggiornamento alle 9:43
Sono tutti di Spoleto i cinque arrestati dai carabinieri dei Ros nel corso dell'operazione conclusasi poco fa. L'inchiesta è condotta dal procuratore Nicola Miriano e dal sostituto Manuela Comodi. Non ci sono al momento notizie ufficiali anche se pare che l'accusa mossa ai cinque (quattro di loro sono ventenni) sia di esser gli autori della lettera contenente un proiettile spedita settimane fa alla Lorenzetti. I cinque spoletini appena venti minuti fa sono stati trasferiti a Perugia: un corteo di auto dei Ros, controllato dall'alto da un elicottero della Benemerita, li sta portando nel capoluogo umbro per essere interrogati dagli inquirenti. Intanto trapelano i primi nomi degli arrestati. Uno di questi è Michele Fabiani, figlio di Aurelio, consigliere comunale e membro del coordinamento per l'Unità dei Comunisti: alle 12 il consigliere Fabiani terrà un conferenza stampa alla sala Vittori di Palazzo Collicola. Durante la notte i militari hanno perquisito diverse abitazioni sequestrando materiale informatico e cartaceo.
OPERAZIONE ANTITERRORISMO IN UMBRIA – Operati diversi arresti di membri di una cellula anarco-insurrezionalista.Sembra che diversi soggetti siano provenienti dallo spoletino. 23.10.2007 h 9:10
Un'operazione antiterrorismo è in corso in provincia di Perugia da parte dei carabinieri del Ros che, coordinati dalla procura del capoluogo umbro, stanno eseguendo cinque arresti. In particolare è stata individuata la presenza di una presunta cellula anarco-insurrezionalista. Nel corso delle indagini sono state contestate condotte di natura terroristica che avrebbero hanno riguardato anche importanti istituzioni della Regione umbra. Nei mesi scorsi comunque una busta contenente un proiettile e alcune minacce era stata recapitata alla presidente della Regione umbra Maria Rita Lorenzetti. Numerose le perquisizioni ancora in corso. Proprio mentre scriviamo Spoleto è sorvolata da un elicottero dei CC. cosa che ci fa ritenere che l'operazione non sia ancora conclusa.