Fabio Muzzi
Grande successo per i concerti organizzati da Young Jazz che ieri, giovedì 25 maggio, hanno animato la serata folignate. Alle ore 18,00 presso la taverna dell’Ammanniti si è esibito al piano Francesco Grillo, di seguito, alle ore 21,30, alla corte di Palazzo Trinci, piena in ogni ordine di posto, si è tenuto il concerto di Dave Douglas accompagnato dai Keystone.
Pagnotta- Guidi. Tra i due concerti, si è svolta presso la taverna dell’Ammanniti una conferenza in cui a parlare si sono alternati i direttori artistici di due manifestazioni che in Umbria diffondono il grande jazz tra la gente: da una parte Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz, manifestazione di caratura internazionale che ogni estate riempie le vie di Perugia, dall’altra il giovane musicista folignate Giovanni Guidi, direttore artistico dell’attuale edizione di Young Jazz, manifestazione più recente che gradualmente si sta imponendo all’attenzione del pubblico umbro e non solo. Quest'anno Umbria Jazz ha scelto di dare il proprio patrocinio al festival folignate e l'incotro tra i direttori artistici ne ha suggellato il legeme. “Se si organizza una manifestazione jazz in Umbria, non si può fare a meno di riferirsi e rivolgersi a quella più importante”, ha dichiarato Giovanni Guidi, fiducioso che questa collaborazione si ripeta, consolidandos in futuro. In seguito, Carlo Pagnotta ha ripercorso la propria esperienza a ritroso nel tempo, per spiegare quanto sia cresciuto il jazz in Umbria dai suoi esordi ad oggi “se faccio un passo indietro, agli inizi di Umbria Jazz, ricordo che per organizzare jam session dovevamo cercare musicisti da fuori regione.” Ha dichiarato Pagnotta “oggi abbiamo a disposizione un gran numero di giovani talenti locali tra cui Ciammarughi, Arcelli, Magrini e lo stesso Giovanni Guidi, qui presente. È sufficiente paragonare l’allora Perugia Big Band con l’attuale Jazz Orchestra per rendersi conto di quanto siano cambiati i tempi. Oggi il jazz italiano è ad alti livelli, Giovanni Guidi e gli altri suonano in tutto il mondo, questo grazie anche al genio italiano. Il festival jazz di Barcellona, ad esempio, è nato prima di Umbria Jazz, tuttavia i musicisti spagnoli non sono emersi”. Pagnotta ha poi focalizzato il suo intervento su Young Jazz “ci sono idee, è ovvio d'altra parte che non ci si possa aspettare la partecipazione di decine di migliaia di persone per un genere così elitario: il jazz è la musica classica del ventesimo secolo. Ad Umbria Jazz fa molto piacere appoggiare e patrocinare un festival definito come “uno dei suoi nipoti”. Giovanni non ha bisogno di consigli da parte mia, ho constatato l’ottima organizzazione che c’è dietro Young Jazz e posso dire che questi ragazzi stanno facendo il loro meglio. Il problema della musica in Italia è più grande: la situazione critica dell’economia si abbatte sulla cultura, non si può sperare in grandi aiuti dalle istituzioni che sono alla canna del gas e anche la sponsorizzazione di aziende private è sempre meno sostanziosa. In proporzione in passato giravano molti più soldi. Tuttavia se c’è l’entusiasmo dei giovani i risultati arriveranno comunque. Young Jazz è un festival nato quasi per scherzo, ma oggi è più che radicato, il merito va, come dice il nome, ai giovani che lo organizzano e che vi suonano. A loro posso solo dire “Resistere! Resistere! Resistere!””. L’incontro si è chiuso con l’intervento di Mario Gammarota, il quale, per scaramanzia non ha voluto parlare dei numeri di quest’anno, ma ha sottolineato che lo scorso Young Jazz ha contato oltre 6000 presenze. Infine, riprendendo la frase di Pagnotta sull’ingegno italiano, ha ricordato le varie iniziative intraprese tra gli organizzatori, tra queste, l’accordo con i commercianti di Via Gramsci per la “Via del jazz”, la collaborazione con i musei dei comuni limitrofi, la creazione di un punto ristoro autogestito, la “Jazz Community”.
Programma odierno. La programmazione del festival prosegue oggi con altri imperdibili appuntamenti. La terza giornata della manifestazione folignate inizierà nel pomeriggio alle ore 17 con le “scorribande” della P-Funking Band per le vie del centro storico della città.
Reduce dal grande successo ottenuto di recente per aver aperto il “concertone” del primo maggio a Roma, la P-Funking Band questa volta gioca quasi in casa, visto che nasce nella vicina Perugia dalla passione comune di un gruppo di giovani musicisti di estrazione artistica diversa. Insieme hanno deciso di dare vita ad una marching band che unisce nelle sue performance musica e movimento: una miscela esplosiva di funk, disco music, jazz, rhythm’n’blues e soul rivisitata in chiave marching, a cui si sommano le coreografie a cui partecipa tutta la band.
Forti di un'intensa attività live che l'ha vista protagonista in questi anni di una lunga serie di concerti in tutta Italia e non solo, la band ha realizzato “1D22”, un primo album ufficiale che non è una semplice fotografia in studio dell'energia live dei funkers, ma che miscela brani inediti e pezzi più conosciuti del repertorio della P-Funking Band, unendo funk, soul e rhythm’n’blues con incursioni nel rap e nel jazz. Tante e prestigiose le collaborazioni che impreziosiscono la prima “fatica” in studio della P-Funking Band, da Andrea Giuffredi (già prima tromba di Ennio Morricone) a Monica Hill, passando per il rapper inglese Lee N, con cui la band ha registrato, negli studi di Londra, il brano “World come together”.
In piazza Don Minzoni, intorno alle ore 18.00, toccherà poi agli Slivovitz. Da Napoli all'etichetta newyorkese Moonjune, con la quale hanno pubblicato il loro secondo album e primo release su portata più ampia, la storia degli Slivovitz è quella di una band che porta nel mondo la tradizione del migliore jazz-rock italiano. La loro musica parte dalle radici del jazz-rock e del progressive partenopeo, in cui brillarono nomi come quelli di Osanna e Napoli Centrale, per traghettarle verso contaminazioni nuove, etniche, mediorientali. Nati a Napoli nel 2001, sono una band tutta italiana di sette elementi con Domenico Angarano al basso, Salvatore Rainone alla batteria, Marcello Giannini alla chitarra, Ciro Riccardi alla tromba, Derek Di Perri all'armonica, Pietro Santangelo al sassofono, Riccardo Villari al violino.
Con influenze che vanno dalle esplosioni rumorose alla John Zorn all'ironia Zappiana, dal jazz-rock di Canterbury al jazz più classico, gli Slivovitz caratterizzano parte della loro musica con l'incursione di elementi mediorientali, kletzmer, gitani. Arrangiamenti garbati e gusto per la melodia distinguono alcuni dei loro temi migliori. Tutti brani originali e altri elementi in linea con la loro napolitanità (suoni caldi, esecuzioni espressive, l'incursione di testi in napoletano) completano il quadro del loro più recente album, e creano grande attesa per il prossimo, in uscita entro l’estate.
Alle ore 21.30 Young Jazz Festival porterà il suo pubblico nella corte di Palazzo Trinci dove andrà in scena il concerto degli A10A10 Auand 10th Anniversary 10tet. Sono in dieci, hanno percorsi artistici molto diversi ma un legame in comune: l'aver registrato con Auand Records.
A10A10 (Auand 10th Anniversary 10tet), lo strepitoso tentetto che lo scorso novembre ha incantato al debutto il pubblico newyorkese, arriva finalmente in Italia e per l’occasione sarà ospite di Young Jazz per l’anteprima nazionale. La formazione riunisce alcuni tra i migliori artisti della Auand Family ed è stata creata appositamente per un evento speciale: i dieci anni dell'etichetta di Marco Valente. Il territorio comune per i dieci artisti, scelti fra gli improvvisatori più innovativi del momento, è composto esclusivamente da brani originali prodotti dall'etichetta, che proprio nel 2011 è stata premiata dal MEI per la sua capacità di proporre un sound sempre nuovo, fresco e pronto al confronto. A10A10 è una formazione in costante trasformazione, sempre fedele alla ricerca di un suono innovativo e soprattutto capace di accogliere nuove idee, con la presenza di un ospite d'eccezione diverso ad ogni esibizione.
Quella che si esibirà a Foligno sarà una vera e propria “all star” del giovane jazz italiano più promettente: Francesco Lento, tromba, Andrea Ayassot, sax contralto, Francesco Bigoni, sax tenore, Emanuele Cisi, sax tenore, Beppe Scardino, sax baritono e clarinetto basso, Francesco Diodati, chitarra, Gabrio Baldacci, chitarra baritono, Giancarlo Tossani, piano fender rhodes, Francesco Ponticelli, contrabbasso e basso elettrico, Ermanno Baron, batteria.
“Suoneremo brani tratti da diversi album Auand – afferma il giovane chitarrista Francesco Diodati – compreso un mio brano compreso in Purple Bra, disco del 2010 del mio gruppo Neko, i cui componenti fanno parte del tentetto, e un brano che sarà contenuto nel prossimo album, Need Something Strong, che a brevissimo uscirà sempre per Auand”.
Dancity Preview. Young Jazz Festival andrà poi avanti fino a notte inoltrata. Dalle ore 23 e presso la Taverna Rione Ammanniti, dove ha sede il punto Ristoro YoungJazz12Rondini ideato per valorizzare e promuovere la cucina e i prodotti del territorio, torna la collaudata collaborazione tra Young Jazz e Dancity. Il Dancity Festival 2012, che avrà luogo a Foligno (PG) il 6 e il 7 luglio prossimi, prosegue con la presentazione della settima edizione “Labour Of Love” attraverso preview nelle principali città italiane. Dopo quella di sabato 19 a Milano, la prossima si svolgerà venerdì 25 maggio alle ore 23,00 proprio a Foligno, presso la Taverna Rione Ammaniti, in occasione di Young Jazz Festival 12. La serata sarà caratterizzata da una contaminazione di suoni provenienti dal Sud del mondo: un continuo susseguirsi di DJ set, tra musica brasiliana e afrobeat, durante il quale si esibiranno Gweedy, Franco B, Il Cap e Minidischi.
modificato il 26/05/12