Perugini costretti fuori città per le riabilitazioni extraospedaliere. Interrogazione di Monni - Tuttoggi.info

Perugini costretti fuori città per le riabilitazioni extraospedaliere. Interrogazione di Monni

Redazione

Perugini costretti fuori città per le riabilitazioni extraospedaliere. Interrogazione di Monni

Mar, 18/10/2011 - 14:16

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Il consigliere regionale del Pdl Massimo Monni ha presentato una interrogazione all'Esecutivo di Palazzo Donini sui disagi che i cittadini perugini devono affrontare per usufruire della riabilitazione extra ospedaliera, costretti a recarsi in centri specializzati fuori città “a causa soprattutto dell'insufficienza e carenza di posti letto e lunghe liste d'attesa”.

Monni ha chiesto alla Giunta di spiegare “quali iniziative si stiano assumendo per far fronte al grave disagio fisico, psichico ed economico dei cittadini di Perugia affetti da gravi traumi che, dopo la fase acuta, sono costretti a recarsi per la riabilitazione extra ospedaliera in centri specializzati fuori città, come Umbertide, Trevi, Passignano, Pantalla. Se siano, inoltre, presenti nel capoluogo di Regione strutture pubbliche o private accreditate abilitate per tale attività assistenziale con cui stipulare apposita convenzione. Quali siano, infine, i costi che il servizio sanitario regionale sostiene per la riabilitazione ospedaliera e per quella extra ospedaliera gestita direttamente e/o in convenzione, nonché quelli per la mobilità passiva, nel caso di ricoveri fuori Regione”.

Il consigliere regionale del Pdl spiega che “il secondo stadio della riabilitazione prende avvio in funzione delle disabilità che residuano una volta superata la fase acuta della malattia e concerne la fase post-operatoria, riguardando sia le strutture ospedaliere che quelle extra-ospedaliere, indipendentemente dal loro stato giuridico (pubblico o privato)”. In Umbria ci sarebbe “una grande carenza in Umbria di strutture riabilitative di ricovero e cura prevalentemente pubbliche”, che costringerebbe i cittadini di Perugia affetti da gravi traumi “a recarsi in centri specializzati fuori città a causa soprattutto dell'insufficienza e carenza di posti letto e lunghe liste d'attesa”.

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