Dal 12 settembre sarà applicata in Umbria la prima tranche di ticket sanitari su circa 12 milioni di ricette per l'acquisto di farmaci di classe A e su 3 milioni e 800 mila ricette per prestazioni specialistiche ambulatoriali della regione, con variazioni ed esenzioni a seconda del reddito.
Il dettaglio delle modalità in cui tale “compartecipazione” sarà applicata in Umbria è stato illustrato stamattina nel corso di una conferenza stampa a palazzo Donini, dall'assessore regionale alla Sanità Tomassoni e dal dirigente regionale Emilio Duca.
Secondo quanto riferito, le modalità del ticket sanitario in Umbria sono state “rimodulate” rispetto al sistema suggerito a livello nazionale -che prevedeva una spesa fissa di dieci euro a ricetta- introducendo un criterio di esenzione e di pagamento differenziato in base al reddito.
Esentati – Il sistema di applicazione del ticket in vigore in Umbria prevede l'esenzione del pagamento del ticket per i soggetti svantaggiati (ad esempio gli invalidi), come avviene a livello nazionale, ma anche per tutti coloro che hanno un reddito annuo inferiore ai 36mila 151 euro, i quali continueranno a non dover pagare nulla né per i farmaci, né per le prestazioni. La spesa del ticket è stata esclusa anche nel caso di prestazioni ambulatoriali di costo inferiore ai 10 euro, per evitare che la tassa arrivi a superare l'importo della prestazione, favorendo così l'esodo dei pazienti verso centri privati.
Secondo le stime della regione, elaborate su dati statistici, con questi criteri saranno esentate dal pagamento del ticket circa il 58 per cento delle ricette per farmaci emesse in Umbria e una percentuale tra il 33 e il 38 per cento sulle prestazioni ambulatoriali specialistiche.
Le fasce e il criterio di equità – Per tutti gli altri, la regione ha introdotto fasce diversificate di ticket: la prima dai 36mila euro ai 70mila, la seconda dai 70mila ai 100mila, la terza oltre i 100mila euro di reddito.
“In Umbria vengono emesse ogni anno circa 3milioni 800 mila ricette”, ha detto Duca. “Su queste, 1 milione e 503 mila sono fruite da cittadini non esenti. Avrebbero dovuto pagare tutti anche 10 euro, quindi circa 10 milioni 500 mila euro. Quindi abbiamo dovuto rimodulare, ponendo un gettito presunto su base annua di 10 milioni e 500 mila euro”.
Secondo quanto riferito da Duca, “La giunta ha deciso di introdurre un criterio di equità, reddituale. Sotto i 36 mila euro si è esentati completamente, mentre gli altri sono stati divisi in tre fasce di reddito”.
Nel dettaglio, per quanto riguarda l'acquisto di farmaci, a seconda della fascia di appartenenza, tutti i non esentati devono pagare in ogni singola confezione uno, due o tre euro, fino ad un massimo di due confezioni per ricetta.
Più complessi sono i criteri per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, dove il ticket da pagare sarà di cinque euro per la prima fascia (sotto i 70mila euro), di 10 euro per la seconda (sotto i 100mila), di 15 euro per la terza (oltre). Nel caso delle ricette -più costose- di tac e risonanza magnetica, il ticket è di 10 euro per la prima fascia, di 24 per la seconda e di 34 per la terza.
Adeguamento tariffario – All'introduzione del ticket sanitario, va aggiunto poi -per tutti- l'adeguamento delle tariffe, in vigore in tutte le strutture sanitarie della regione dal 29 agosto. “La regione Umbria era una delle pochissime regioni che non aveva ancora fatto questo adeguamento, mentre tutte le altre avevano fatto questo tipo di operazione”, ha detto Tomassoni, spiegando che questo aumento delle tariffe trova le sue ragioni addirittura nel passaggio dalle lire agli euro. Nel concreto, per effetto dell'adeguamento, una visita generale di ambulatorio costa oggi 20euro, una di controlllo “anamnesi e valutazione, definite brevi” costa 16 euro e una di controllo “anamnesi e valutazione definite complesse” ne costa 20.
I prezzi delle prestazioni di risonanza magnetica e tac sono stati incrementati invece del 10 per cento.
I sistemi di controllo: il caso badante e la tessera sanitaria con redditometro – Il collegamento della spesa sanitaria al reddito del paziente comporta delle problematiche pratiche che la regione ha tentato di aggirare con l'autocertificazione al momento del pagamento. Mentre sarà compito dei medici di base informare i singoli pazienti dei nuovi oneri, al momento dell'acquisto del farmaco o del pagamento della prestazione al Cup in ospedale, l'interessato avrà la possibilità di dichiarare di appartenere ad una specifica fascia di reddito, per accedere all'esenzione o alla minore spesa, barrando un'apposita casella sulla stessa ricetta e facendo in questo modo un'autocertificazione.
Tomassini ha detto che al momento la regione è in trattative con alcuni organismi come Equitalia o il Ministero del Tesoro per mettere a punto un sistema di controllo che verifichi la bontà delle autocertificazioni.
Senza risposta invece, al momento, il modo in cui potranno accedere alle esenzioni quanti comprano i farmaci per conto di terzi, che potranno firmare l'autocertificazione solo se apparentati fino al terzo grado con il diretto interessato. Immediato il problema dei conoscenti o delle badanti, che non potranno firmare l'autocertificazione del reddito né in farmacia, né ai Cup.
Per snellire questo sistema, l'auspicio della regione, come riferito da Tomassoni e Duca oggi, è che si arrivi presto a registrare un'autocertificazione completa dei redditi all'anagrafe sanitaria, per mirare quanto prima ad una tessera sanitaria elettronica, che contenga i dati sul reddito del titolare.
Francesco de Augustinis