di Salvatore Savastano (*)
E' stato approvato il disegno di legge sul Testamento Biologico. Il provvedimento aveva ottenuto il sì del Senato nel marzo del 2009 e adesso ha avuto il via libera anche dall'Aula della Camera, seppur con alcune modifiche. Adesso l'iter del ddl prevede l'ultimo passaggio a palazzo Madama, che dovrebbe avvenire in autunno. Il testo, votato con scrutinio segreto, ha ottenuto 278 sì e 205 no. Gli astenuti sono stati 7.
I punti salienti del provvedimento approvato riguardano il no all'eutanasia e alla sospensione della nutrizione e l'introduzione della Dichiarazione anticipata di trattamento, la cosiddetta Dat, per gli stati vegetativi. Quest'ultima disposizione è contenuta nell'articolo 3 e più di ogni altra ha fatto discutere e suscitato dure reazioni. Le Dat, infatti, scatteranno solo per chi si troverà in condizioni di assoluta 'assenza di attività cerebrale'. Se prima le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicavano a chiunque si trovasse nell'incapacità di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario, adesso saranno considerate valide solo quando un collegio di medici avrà accertato nel paziente l''assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale'. Il ruolo dei medici, dunque, è stato rafforzato e per loro è facile prevedere che non sarà vita facile.
L’Italia aveva bisogno di una risposta concreta in termini di bioetica. Una risposta che non poteva essere trovata in pochi mesi, ma che doveva essere trovata e non dopo anni di inutili litigi all’italiana. L’Italia ne aveva bisogno, e l’Italia è oggi punto e accapo. Eluana Englaro ci ha obbligati a guardarci allo specchio. Ha accelerato – senza volerlo né saperlo – un processo che altrimenti non si sarebbe smosso. L’ha scosso, rilanciato. Ci ha fatto guardare allo specchio. E in verità non possiamo non aver visto un’Italia lontana da qualsiasi dignità. La strada della bioetica, da Eluana in poi, invece di andare dritta – come pure la vicenda poteva indirizzare – ha fatto un giro su se stessa. Ed è tornata al punto di partenza. Questa legge, interviene sui diritti individuali e sulla libertà insopprimibile di ciascuna/o ad esercitare diritto sul proprio corpo e sulla propria esistenza. Sta in questa libertà, e in questo diritto, uno degli elementi fondamentali della democrazia.
Perché se si impedisce che una singola donna o un singolo uomo possano prendere decisioni che riguardano solo loro stesse/i e si consegna tale “potere” ad un’“Autorità superiore” il rischio è quello di scivolare verso uno stato “etico” che sceglie, pericolosamente, il modo con cui ciascuna/o di noi può vivere o morire. Stiamo assistendo alla crisi sistemica della classe politica dominante, che come sempre sottostà alle imposizioni del clero. Un vero blocco oscurantista in cui il Servizio Sanitario Nazionale obbligatorio subisce la logica di crisi delle argomentazioni e della cultura, una crisi di sistema che abbraccia tutte le nostre attività, dalle libere professioni alla scuola. L'Italia avrebbe bisogno di una legge diversa, in linea con quanto già disposto in altri paesi e in grado di rispettare alcuni principi fondamentali: in primo luogo la laicità dello Stato, il diritto di autodeterminazione delle persone e il carattere vincolante delle indicazioni rese nel pieno delle proprie facoltà. E ancora, il rispetto per il ruolo e le competenze di medici e infermieri. Non potendo contare su uno sforzo di lungimiranza di questo Governo, dopo la probabile approvazione al Senato, dobbiamo prepararci a raccogliere le firme per un referendum, dobbiamo mobilitarci e nei prossimi giorni come SEL presenteremo un Ordine del Giorno in Consiglio Comunale sul Testamento Biologico perché per noi i Diritti, le Libertà e la Laicità sono valori fondamentali che questo tipo di politica non deve più calpestare.
(*) Coordinatore Sinistra Ecologia Libertà Foligno
