Il sindaco Zuccarini: "Deportare e uccidere sono azioni aberranti"
“Oggi abbiamo commemorato in maniera solenne, la tragica giornata del III Febbraio del 1944 quando un reparto dell’esercito tedesco effettuò un rastrellamento nelle nostre montagne”. Lo sottolinea in una nota il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini. “Ventiquattro uomini vennero caricati a forza su dei camion, per essere condotti a Perugia in carcere, e poi deportati verso i campi di concentramento di Mauthausen e di Flossemburg”.
“Tra questi, persino un sacerdote, il parroco don Pietro Arcangeli. I primi di loro vennero catturati a cascina Raticosa, poi i tedeschi raggiunsero il territorio di Foligno, ad Acqua Santo Stefano, Civitella, Rasiglia, Scopoli e Roviglieto. Di quei ventiquattro, soltanto tre riuscirono a tornare a casa, tra questi proprio Don Pietro Arcangeli. E’ giusto e doveroso condannare con fermezza episodi del genere: deportare, uccidere, sono cose aberranti. Lo sono state in passato e lo sono oggi, purtroppo, nella nostra contemporaneità: in altri posti del mondo c’è ancora chi è costretto a subire regimi e dittature. La barbarie va condannata e combattuta sempre, senza se e senza ma, senza distinzione alcuna, a prescindere da qualsiasi ideologia perché è l’idea stessa del male ad essere inaccettabile. La dittatura nazista è stata una piaga dell’umanità: tra una settimana saremo di nuovo tutti insieme a ricordare le atrocità commesse dalla dittatura comunista con le vittime delle Foibe. Grazie a tutti coloro che, insieme a noi, sono sempre in prima fila a preservare la memoria – conclude Zuccarini – perché il rispetto, la democrazia e la libertà sono valori senza tempo”.