L’assessore al Bilancio del comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, è stato sospeso dall’incarico di assessore su disposizione del Prefetto di Paolo De Biagi in applicazione del Decreto Severino.
Dopo la conferma degli arresti domiciliari stabilita dal gip Federico Bona Galvagno su richiesta della Procura, rappresentata dal pm Marco Stramaglia e il procuratore capo Alberto Liguori (stessa misura applicata anche al dimissionario amministratore unico di Terni Reti, Vincenzo Montalbano Caracci e il consulente di Rimini, Roberto Camporese, ndr) è arrivata la sospensiva istituzionale.
Il divieto per l’assessore di frequentare Palazzo Spada, esponenti del Comune e delle partecipate dell’Ente, era già stato disposto dal Tribunale di Terni che aveva però concesso delle attenuanti a D’Ubaldi su richiesta della difesa rappresentata dall’avvocato Attilio Biancifiori. L’assessore, infatti, su parere favorevole dell’accusa, potrà svolgere regolarmente il proprio lavoro “nel rispetto dei diritti umani e della persona” – come sottolineato dal procuratore capo Liguori nella conferenza stampa di ieri sera – “la nostra non è una Costituzione ‘forcaiola’ – ha sottolineato ancora il procuratore – ma garantisce il diritto alla difesa e a una vita dignitosa a ogni imputato”.
Contestualmente, però, le accuse sono pesanti e non è escluso che, nei prossimi giorni, potrebbero esserci nuovi clamorosi sviluppi delle indagini relative al nuovo filone di inchiesta dell’Operazione Spada, visto che gli inquirenti hanno individuato “un sistema fraudolento” in cui sarebbero coinvolti politici e dirigenti comunali.
Da un punto di vista politico il nuovo arresto dell’assessore D’Ubaldi ha certamente scatenato un terremoto politico all’interno del Pd. Il segretario regionale dem, Giacomo Leonelli, come anticipato ieri sera da TO, ha commentato laconicamente che “è evidente che dovremo fare un ragionamento politico ed istituzionale”.